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I Nipoti del Re di Spagna: Mengs in mostra a Palazzo Pitti

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Anton Raphael Mengs (Usti nad Labem 1728 – Roma 1779). Doppio ritratto dell’arciduca Ferdinando (Firenze, 6 maggio 1769-8 giugno 1824) e dell’arciduchessa Maria Anna (Firenze, 1 aprile 1770 - Neudorf, 1 ottobre 1809). 1770-1771. olio su tela. Madrid, Museo del Prado

Sarà visitabile da oggi e fino al 7 Gennaio nella Sala delle Nicchie

Anton Raphael Mengs (Usti nad Labem 1728 – Roma 1779). Doppio ritratto degli arciduchi Ferdinando (6 maggio 1769-1824) e Maria Anna (21 aprile 1770-1809) di Asburgo Lorena. 1770-1771. olio su tela. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina.

FIRENZE – Ad appena venti giorni dall’apertura della mostra agli Uffizi dedicata all’acquisto dei due bozzetti di Luca Giordano e Taddeo Mazzi, le Gallerie aprono un’altra esposizione per presentare al pubblico un’altro prestigioso acquisto effettuato nel 2016: il dipinto di Anton Raphael Mengs (Aussig, 1728 – Roma, 1779) raffigurante Ferdinando e Maria Anna, due dei figli di Pietro Leopoldo di Lorena arciduca d’Austria e di Toscana e di Maria Luisa di Borbone, vestiti in abito contemporaneo e colti in un interno di Palazzo Pitti.

“Compito di un museo vivo è tutelare le opere, preservare la memoria, trasmettere cultura attraverso mostre e ricerche, ma anche far respirare le collezioni con aggiunte mirate, intimamente connesse alle vicende della città, del territorio, della raccolta stessa in cui si verranno a trovare. Gli acquisti, specie se cosi sottilmente motivati, sono parte fondamentale dell’esistenza di una istituzione museale, tanto più se essi sono frutto di ricerche che ne garantiscono sia la provenienza, sia un dialogo fecondo con il patrimonio preesistente” ha affermato il direttore Schmidt.

Quando questo ritratto, incompiuto, è comparso sul mercato antiquario è subito apparso chiaro che dovesse essere assicurato alle collezioni delle Gallerie degli Uffizi, per esporlo nelle sale di Palazzo Pitti. Infatti, se anche l’opera non fu completamente dipinta a palazzo Pitti da Anton Raphael Mengs, di certo nel grande palazzo fu progettata.

I principini vivevano nella reggia fiorentina accanto ai genitori, oggetto di attenzione costante di governanti e istitutori, ma soprattutto dei genitori stessi, mentre il grande giardino di Boboli era il loro spazio di giochi e svaghi.

Si è voluto celebrare la nuova acquisizione dell’opera, giunta a buon fine anche grazie alle agevolazioni generosamente rese dalla Galleria Virgilio di Roma, con una mostra che metta in luce l’ambito storico e artistico nel quale è stata dipinta.

Di origine boema, divenuto poi europeo di adozione e più precisamente italiano e spagnolo, Mengs aveva chiesto licenza al re Carlo III di Spagna di potersi recare a Roma a lavorare e a studiare ancora l’antichità e la grande pittura rinascimentale, Raffaello in primis, del quale portava il nome. Il re, che amava l’Italia e aveva rischiato di governare la Toscana ed era poi diventato re di Napoli, gli aveva concesso di fare quel viaggio a patto che gli inviasse da Firenze il ritratto dei giovani nipoti, nati dall’unione della figlia Maria Luisa di Borbone con Pietro Leopoldo di Lorena.

Le tele, conservate presso il museo del Prado ed esposte in mostra, vennero dipinte tra l’aprile del 1770 e il gennaio 1771, durante il soggiorno dell’artista nel capoluogo toscano. I ritratti ci mostrano i giovanissimi figli di Pietro Leopoldo vestiti in abito di corte spagnolo e con le insegne della regalità (il Toson d’Oro), con l’abbigliamento tradizionale degli infanti, come ci narra la Gazzetta Toscana del 29 settembre 1770. Una volta terminati, prima di essere incassati e spediti alla corte spagnola, i dipinti furono esposti al pubblico a Palazzo Pitti, dove suscitarono grande ammirazione per la loro sfavillante tecnica pittorica e per l’efficacia della resa fisionomica.

Fu nella medesima occasione in cui Mengs dipinse i ritratti dei nipoti per il nonno e sovrano spagnolo, che dovette eseguire il quadro recentemente acquistato dalle Gallerie degli Uffizi, ritraente i medesimi piccoli nipoti Ferdinando e Maria Anna, ma con un taglio e uno spirito completamente diverso.

Ai due bambini qui raffigurati, che si mostrano tra i più felici ritratti dell’artista, è conferito un taglio e uno spirito completamente diverso. Il loro abbigliamento è moderno e lo si esprime già nella scelta dei toni pieni e sonanti di verde e di rosa dei vestiti: di foggia maschile quello del principe, che tiene nella mano destra un cappello piumato, da passeggio o da caccia, introducendo nell’immagine una nota di toccante verità quotidiana, molto lontana dalla rigida e cerimoniosa impostazione dei ritratti ufficiali madrileni. È un dipinto che doveva piacere al gusto severo di Pietro Leopoldo, sovrano illuminista, riformatore, ‘moderno’ per non dire borghese tanto nella vita pubblica che in quella privata.

A noi piace perché vi leggiamo la lezione pittorica di Velasquez, ma anche un approccio alla pittura che fa presagire Goya, grande ammiratore di Mengs, e fin’ anche Manet.

Ritrattista ufficiale della corte fiorentina, al servizio di Pietro Leopoldo, fu però un altro tedesco, naturalizzato inglese, Johann Zoffany. Di lui in mostra si espone il ritratto del primogenito Francesco, primo granduca di Toscana della stirpe lorenese, dipinto per spedirlo alla nonna paterna, l’imperatrice Maria Teresa, proveniente dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Smesso lo smagliante gonnellone turchino degli infanti spagnoli lo ritroviamo, nel cortile di Pitti, contro il maestoso bugnato, un piccolo uomo equamente diviso tra gli obblighi del governo, le armi, gli studi. Il bellissimo dipinto, anch’esso mai più tornato a Firenze da quando fu inviato a Vienna, ci mostra un fanciullo forse un poco malinconico, ma già conscio del suo destino imperiale.

In apertura della mostra ci sono poi le immagini dei nonni e dei genitori, oltre al padre, la madre Maria Luisa di Borbone, e insieme a loro i cuginetti napoletani e parmigiani; a congedo gli autoritratti dei due pittori dalle collezioni degli Uffizi.

Il famoso eroico autoritratto di Mengs, immagine già sentimentalmente caricata se non ancora romantica, e quello sottilmente ironico di Zoffany con il suo piccolo cane, che, restaurato per questa occasione, si rivelerà per il pubblico una piacevole sorpresa.

Titolo della mostra

I nipoti del Re di Spagna. Anton Raphael Mengs a Palazzo Pitti

Sede espositiva

Sala delle Nicchie, Palazzo Pitti Firenze

Periodo della mostra

19 settembre 2017 – 7 gennaio 2018

Prezzo biglietto

biglietto intero € 13.00; ridotto € 6.50 per i cittadini dell’U.E. tra i 18 e i 25 anni; gratuito riservato a minori di 18 anni di qualsiasi nazionalità, portatori di handicap ed un accompagnatore, giornalisti, docenti e studenti di Architettura, Conservazione dei Beni Culturali, Scienze della formazione, Diploma di Laurea di lettere e filosofia con indirizzi di laurea archeologico o storico-artistico, Diploma di Laurea o corsi corrispondenti negli Stati membri dell’Unione Europea, insegnanti italiani con contratto a tempo determinato e indeterminato in servizio presso una scuola pubblica o paritaria del Paese

Orario

martedì – domenica ore 8.15 – 18.50

Chiuso il lunedì

Servizio didattico per le scuole

Visite guidate per le scolaresche solo su prenotazione

Costo di € 3.00 ad alunno.

Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.294883

Servizio visite guidate

Info e prenotazioni: Firenze Musei 055.290383

e-mail firenzemusei@operalaboratori.com

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