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Cambiamenti climatici: nuovi parametri UE per la gestione delle foreste

Le foreste che crescono in climi più caldi sono più efficienti nell’assorbire carbonio e produrre biomassa secondo una ricerca

Fino al 2030 la capacità di assorbimento di CO2 dovrà compensare le emissioni prodotte

Secondo incremento trimestrale consecutivo delle emissioni di CO2 (+2,8%))

STRASBURGO – Nella difficile lotta contro i cambiamenti climatici il Parlamento europeo ha approvato nuove regole per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e aumentare la capacità di assorbimento delle foreste.

Gli eurodeputati hanno approvato una proposta legislativa in base alla quale i Paesi devono compensare le emissioni prodotte dalle foreste con la capacità di assorbimento delle stesse foreste, delle colture e dei pascoli.

Grazie al Parlamento, a partire dal 2030, gli Stati membri dovrebbero aumentare la capacità di assorbimento di CO2 fino a superare le emissioni prodotte, in linea con gli obiettivi a lungo termine dell’UE e con l’accordo di Parigi.

La relazione è approvata con 532 voti favorevoli, 144 voti contrari e 20 astensioni.

Assorbimento extra di CO2 uguale crediti di emissioni

Se la capacità di assorbimento di CO2 è maggiore delle emissioni derivanti dall’uso del terreno nei primi 5 anni dopo l’entrata in vigore di queste regole, tale “credito” può essere “depositato” e utilizzato successivamente, per rientrare negli obiettivi di riduzione del quinquennio successivo. Gli Stati membri possono anche utilizzare una parte di tali crediti per rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dal regolamento che limita le emissioni nazionali dei gas a effetto serra (GHG).

Anche i prodotti derivanti dal legno, come i materiali da costruzione o i mobili, eliminano le emissioni di CO2, poiché immagazzinano il carbonio assorbito dagli alberi durante la crescita. La loro inclusione incoraggerà gli Stati membri a sviluppare l’uso di prodotti ottenuti da legno già tagliato.

Gli Stati membri dovranno comunicare ogni anno i valori delle loro emissioni, con l’obiettivo di equilibrare emissioni e capacità di assorbimento nei due quinquenni 2021-25 e 2026-2030. Qualora uno Stato membro non adempisse ai propri impegni nei periodi definiti, il disavanzo sarà contabilizzato nell’ambito del regolamento sulle emissioni GHG.

I nuovi parametri di riferimento

Per ogni Paese UE saranno fissati sulla base di un “livello di riferimento forestale”, ovvero una stima delle emissioni annue nette medie o della capacità di assorbimento risultante dalla gestione dei terreni forestali all’interno del territorio di un tale Stato membro. Dovrebbero basarsi su pratiche di gestione documentate tra il 2000 e il 2012, un periodo più recente di quello proposto dalla Commissione (1990-2009).

Le emissioni che esulano dal controllo degli Stati membri (ad esempio gli incendi boschivi) possono essere escluse dalla contabilizzazione. Tuttavia, le norme limitano tale esenzione per evitare di creare una scappatoia.

L’uso del suolo e la silvicoltura includono l’uso di terreni, alberi, piante, biomassa e legname. Le foreste dell’UE assorbono ogni anno quasi il 10% delle emissioni totali di gas a effetto serra dell’UE.

La proposta legislativa, che fa parte del pacchetto sul clima presentato dalla Commissione europea nel luglio 2016, propone di integrare le emissioni e l’assorbimento di gas serra derivanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di destinazione d’uso del suolo e dalla silvicoltura, nel quadro delle misure per il clima e l’energia da attuare per il 2030.

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