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Uova contaminate con insetticida: il Codacons chiede controlli sui prodotti trasformati

Non è vero che le uova fanno male al fegato: la falsa credenza nasce dalla cattiva interpretazione della proprietà che il tuorlo ha di far contrarre la cistifellea

Le regine a tavola nella Settimana Santa saranno le uova: sode per la colazione, consumate in ricette tradizionali o in prodotti artigianali e industriali ma anche dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate.

Dalla maionese ai panini: l’associazione dei consumatori teme possibili casi di contaminazione da Fipronil

Sigilli ad almeno 180 aziende olandesi dalle quali provengono le uova contaminate dall’insetticida

ROMA – In mezza Europa da qualche giorno è scattata l’allerta sanitaria per milioni di uova contaminate con il Fipronil, un insetticida. Le uova contaminate sono quelle immesse sul mercato da decine di aziende produttrici olandesi, alle quali sono stati posti i sigilli.

Numerosi richiami del prodotto contaminato sono stati effettuati in Germania, Belgio, Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Svezia.

L’Italia, come ha sottolineato nei giorni scorsi il Ministero della Salute, non è interessata dall’allerta poiché non risultano importazioni delle uova contaminate con l’insetticida.

Il Codacons però chiede al dicastero e ai Nas di attivarsi da subito per accertare che le uova contaminate dal Fipronil non siano finite sulle tavole degli italiani, nemmeno attraverso prodotti trasformati.

“Il Ministero può affermare con altrettanta sicurezza che le uova all’insetticida non siano state utilizzate per prodotti lavorati venduti nel nostro Paese? si domanda il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi.

“Oggi non esiste la possibilità di conoscere l’origine delle uova usate per i prodotti derivati come pasta, biscotti, dolci, maionese, salse, panini dolci, ecc. In tal senso il Ministero deve disporre, attraverso i Nas, controlli capillari sul territorio, verificando l’assenza del Fipronil nei prodotti alimentari trasformati e bloccando l’ingresso in Italia di alimenti che potrebbero essere stati realizzati con uova a rischio” aggiunge.

“Dal canto loro, i consumatori possono al momento difendersi solo acquistando uova italiane, attraverso una attenta lettura delle confezioni che riportano in etichetta la sigla del Paese produttore” conclude Rienzi.

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