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Stop ai rifiuti nel WC: dagli scarichi finiscono dritti in mare

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In sole 46 spiagge lungo la Penisola sono stati trovati quasi 7mila cotton fioc

Al via la campagna di Legambiente: il 10% dei rifiuti trovati sulle spiagge provengono dai nostri bagni

Il 10% dei rifiuti sulle nostre spiagge proviene dagli scarichi del bagno

ROMA – Qual è la distanza tra il nostro WC e il mare? Molto più che breve di quello che si possa pensare. Il 10% dei rifiuti presenti sulle spiagge italiane proviene, infatti, dagli scarichi dei nostri bagni. Rifiuti buttati nel WC che raggiungono il mare, anche a causa di sistemi di depurazione inefficienti, minacciando la fauna marina. Il 9% di questi rifiuti spiaggiati è costituito da bastoncini per la pulizia delle orecchie. In sole 46 spiagge lungo la Penisola sono stati trovati quasi 7mila cotton fioc (monitorate da Legambiente tra il 2016 e il 2017 con l’indagine Beach Litter), in pratica due bastoncini per le orecchie ogni passo tra la sabbia.

Ma il problema, purtroppo, non sono solo i cotton fioc. Sulle nostre spiagge c’è di tutto: blister, tamponi e assorbenti, medicazioni, deodoranti per WC, contenitori per le lenti a contatto. Nel Lazio, ad esempio, presso la spiaggia di Levante a Terracina, i volontari di Legambiente hanno contato tre cotton fioc ogni metro durante l’indagine Beach litter 2017. E lo scorso anno furono migliaia i bastoncini cotonati trovati a Fiumicino, sulla spiaggia di Coccia di Morto. Tutti rifiuti buttati nel WC e che hanno raggiunto mare e spiagge, anche a causa di sistemi di depurazione inefficienti. Prevenire è possibile e anche molto semplice: basterebbe usare il cestino.

Nasce per questo la campagna #NoRifiutinelWC, sviluppata da Legambiente e Ogilvy Change, la unit di Ogilvy & Mather che applica gli studi scientifici di economia comportamentale, psicologia cognitiva e psicologia sociale nella realizzazione di interventi finalizzati a orientare positivamente i comportamenti e le decisioni delle persone.

Lo scopo della nuova campagna sociale è stimolare il cambiamento spontaneo e permanente di abitudini in un piccolo gesto quotidiano che, tuttavia, può contribuire ad arginare un problema di portata globale come il marine litter: si calcola, infatti, che ogni anno 8 milioni di tonnellate di rifiuti finiscono dritti nei mari e negli oceani del mondo e di questi una percentuale tra l’80% e il 90% di questi rifiuti è plastica.

“Il problema del marine litter sta assumendo proporzioni sempre più allarmanti come ha dimostrato anche la Comferenza mondiale sugli Oceani organizzata dall’Onu lo scorso mese a cui abbiamo partecipato portando la nostra esperienza” spiega Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente.

“La quasi totalità dei rifiuti, in una percentuale che oscilla tra l’80% e il 90%, è composta da plastica, che persiste nell’ambiente per centinaia di anni e accumula sostanze tossiche. Si tratta di rifiuti che creano problemi economici, ambientali e alla fauna marina, ma possono anche finire sulle nostre tavole visto che le microplastiche (generate anche dalla frammentazione dei rifiuti più grandi), vengono facilmente ingerite dai pesci” aggiunge.

“Se poi i sistemi di depurazione non ci sono o sono inefficienti, come denunciamo da anni con Goletta Verde, tutto quello che buttiamo nel WC finisce in mare. Possiamo e dobbiamo invertire questo trend e per farlo bastano anche piccoli gesti come scegliere prodotti meno inquinanti, prevenire i rifiuti, differenziarli al meglio per riciclarli, ma anche evitare di usare i nostri WC come se fossero cestini della spazzatura” conclude.

La campagna #NoRifiutinelWC viaggerà anche sui canali social di Legambiente e Goletta Verde, con video, pillole informative, consigli e immagini delle conseguenze dei nostri comportamenti errati.

Un ruolo fondamentale sarà quello degli stessi cittadini che potranno partecipare utilizzando l’hashtag #NoRifiutinelWC, postando foto di rifiuti trovati in spiaggia e in mare, ma comportamenti virtuosi assunti per risolvere il problema. Il viaggio di Goletta Verde quest’anno diventa ancor più prezioso e importante dopo la conferenza mondiale degli Oceani all’Onu dove Legambiente ha presentando un focus sul Mediterraneo.

Da anni Legambiente sta, infatti, studiando grazie ai suoi volontari questo problema (www.legambiente.it/marinelitter): monitorando centinaia di spiagge e chilometri di mare per comprendere meglio la fonte dei rifiuti marini; facendo analisi sulla riciclabilità delle plastiche disperse in mare e in spiaggia; indagando la presenza di microplastiche nei mari e nei laghi italiani. Una grande esperienza di citizen science riconosciuta a livello mondiale. Per informazioni sulla campagna: www.norifiutinelWC.it.

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