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Giornata mondiale del Rifugiato, l’UNICEF nomina una rifugiata siriana come ambasciatrice

(centre) Syrian refugee and education activist Muzoon Almellehan speaks with [NAME CHANGED] Hassima, 16, a Nigerian refugee who escaped Boko Haram captivity and is undergoing treatment at the Bol Regional Hospital, Lake Region, Chad, Wednesday 19 April 2017. Hassima was kidnapped from outside of her school in Nigeria by Boko Haram insurgents when she was just 13-years-old. Over the next three years, Hassima was systematically drugged and sexually and physically abused by her captors, until she managed to escape. She fled to Chad in March 2017 and is undergoing intensive treatment at the hospital. She still violently tremors because of the physical and psychological abuse she endured and is receiving medication to wean her off the drugs she was forced to take in captivity, making the tremors worse. Despite the suffering she is going through, her hope is kept alive because she wants to go to school. She hopes to learn French and English, so that one day she can travel. An estimated 4,400 children have fled to Chad from northeastern Nigeria, 90 per cent of children arriving have never been to school. More than 25 million children between 6 and 15 years old, or 22 per cent of children in that age group, are missing out on school in conflict zones across 22 countries. In response to the education crisis in Chad, UNICEF has since the start of 2017 provided school supplies to more than 58,000 students, distributed teaching materials to more than 760 teachers, and built 151 classrooms, 101 temporary learning spaces, 52 latrines and 7 sports fields. UNICEF Chad also supported the salaries of 327 teachers for the 2016-2017 school year. To help drive an increased understanding of the challenges children affected and uprooted by conflict face in accessing school, UNICEF advocate Muzoon Almellehan, a 19-year-old Syrian refugee and education activist, travelled to Chad, a country where nearly three times as many girls as boys of primary-age in conflict areas are missing out o

Si chiama Muzoon Almellehan ed è un’attivista per l’istruzione di 19 anni

ROMA – In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, l’UNICEF ha annunciato la nomina di Muzoon Almellehan, un’attivista per l’istruzione di 19 anni e rifugiata siriana, come sua nuova – e più giovane – Goodwill Ambassador. La nomina rende Muzoon la prima ambasciatrice dell’UNICEF con uno status di rifugiato.
Muzoon, che ha ricevuto sostegno dall’UNICEF mentre viveva nel campo per rifugiati di Za’atari in Giordania, segue le orme di Audrey Hepburn, una Goodwill Ambassador che è stata aiutata dall’UNICEF quando era bambina.

Muzoon ha ricevuto sostegno dall’UNICEF mentre viveva nel campo per rifugiati in Giordania

“Anche da bambina, sapevo che l’istruzione era fondamentale per il mio futuro, dunque, quando ha dovuto lasciare la Siria, gli unici effetti personali che ho portato con me sono stati i miei libri scolastici,” ha detto Muzoon. “Da rifugiata, ho visto cosa succede quando i bambini sono costretti al matrimonio forzato o al lavoro manuale – rimangono esclusi dal percorso formativo e perdono possibilità per il loro futuro. Questo è il motivo per cui sono fiera di lavorare con l’UNICEF per aiutare a dare voce a questi bambini e a portarli a scuola.”

Muzoon è scappata dal conflitto in Siria con la sua famiglia nel 2013, vivendo come rifugiata per tre anni in Giordania prima di essere reinsediata nel Regno Unito. È stato durante i 18 mesi trascorsi nel campo di Za’atari che ha cominciato a difendere l’accesso all’istruzione per i bambini, in particolare per le ragazze.
“La storia di Muzoon, una storia di coraggio e forza d’animo, è fonte d’ispirazione per tutti noi. Siamo molto fieri della sua nomina come Ambasciatrice dell’UNICEF e per i bambini in tutto il mondo,” ha dichiarato il vice Direttore Generale dell’UNICEF Justin Forsyth.
Muzoon ha viaggiato recentemente con l’UNICEF in Ciad, un paese in cui le bambine in età da scuola primaria che vivono in zone di conflitto e che non seguono un percorso formativo registrano un numero tre volte superiore a quello dei ragazzi. Ha incontrato bambini costretti a non andare a scuola a causa del conflitto causato da Boko Haram nella regione del lago Ciad. Dal suo ritorno, Muzoon sta lavorando per far conoscere le sfide che i bambini sperduti e colpiti dal conflitto affrontano nell’accesso all’istruzione.

L’UNICEF ricorda che: nel mondo, ci sono quasi 50 milioni di bambini sradicati, “sperduti” – 28 milioni dei quali fuggiti dalle proprie case a causa di conflitti di cui non sono responsabili e altri milioni stanno migrando nella speranza di una vita migliore e più sicura.
I bambini e gli adolescenti rifugiati hanno una probabilità cinque volte maggiore di non frequentare la scuola rispetto ai loro coetanei.
Circa 25 milioni di bambini in età da scuola primaria e secondaria nelle zone di conflitto non frequentano le scuole. Solo la metà dei bambini che vivono come rifugiati sono iscritti alla scuola primaria e meno di un quarto alla scuola secondaria.
Le ragazze colpite dal conflitto hanno una probabilità 2,5 volte maggiore di non frequentare la scuola rispetto ai ragazzi.
Le crisi protratte pongono sfide complesse. I rifugiati trascorrono in media 17 anni come sfollati, quasi un’intera infanzia.
L’istruzione nelle emergenze è gravemente sotto finanziata. Dal 2010, per l’istruzione è stato speso meno del 2% del totale degli aiuti umanitari. Annualmente sono necessari 8,5 miliari per ridurre questo divario.

L’UNICEF Italia promuove la petizione “Per ogni bambino sperduto”, rivolta all’Unione Europea, per chiedere la protezione dei diritti e l’accesso ai servizi di base per i minorenni rifugiati e migranti” ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera. La petizione può essere sottoscritta online su firma.unicef.it

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