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Accordo di Parigi: nei Paesi UE nuovi limiti per le emissioni di gas serra

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Il Parlamento europeo ha adottato la proposta di riduzione di CO2 del 30% entro il 2030

Al dibattito ha preso parte anche la Presidente delle Isole Marshall, Hilda Heine

STRASBURGO – I nuovi obiettivi obbligatori per i Paesi UE per ridurre le emissioni di gas serra, in linea con l’accordo di Parigi, sono stati adottati oggi dal Parlamento europeo, dopo un dibattito sul ritiro degli Stati Uniti comunicato dal presidente Trump.

Tali riduzioni di gas serra consentiranno di raggiungere l’obiettivo generale dell’UE: un taglio del 40% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. L’UE si impegna a effettuare questi tagli in linea con l’accordo di Parigi.

La legislazione ripartisce l’obiettivo UE in obiettivi vincolanti nazionali per i settori non coperti dal mercato UE del carbonio (ETS) quali l’agricoltura, i trasporti, l’edilizia e i rifiuti, che rappresentano il 60% delle emissioni di gas serra dell’Unione europea.

Ogni Stato membro dovrà seguire un percorso di riduzione delle emissioni, calcolato a partire da un punto di partenza nel 2018, anziché nel 2020 come proposto dalla Commissione, al fine di evitare un aumento delle emissioni nei primi anni o un rinvio delle riduzioni.

Per l’Italia, l’obiettivo è meno 33% sul 2030.

Per garantire la prevedibilità a lungo termine, i deputati hanno anche fissato un obiettivo per il 2050 per un livello di emissioni inferiore dell’80% rispetto ai livelli del 2005.

Il Parlamento europeo ha anche modificato la proposta inziale della Commissione per poter premiare gli Stati membri, con un PIL pro-capite inferiore alla media UE che hanno adottato o adotteranno prima del 2020 le misure necessarie, con una maggiore flessibilità durante la parte successiva del programma di riduzione.

Per aiutare gli Stati membri a raggiungere i loro obiettivi, il regolamento consente loro di “prendere in prestito” fino al 10% dell’indennità dell’anno successivo, riducendo così quella dell’anno in corso.

Il relatore, l’eurodeputato olandese Gerben-Jan Gerbrandy (ALDE), ha affermato che “il voto di oggi fornisce un segnale cristallino a Donald Trump”.

“L’Europa agisce sui propri impegni nell’ambito dell’accordo di Parigi e sfrutta le opportunità di crescita verde, con o senza di te. Quasi tutti i gruppi politici hanno sostenuto questa legge sul clima forte ed ambiziosa” ha aggiunto.

Il testo approvato rappresenta il mandato per i deputati per iniziare i negoziati con il Consiglio con l’obiettivo di raggiungere un accordo in prima lettura. I negoziati informali partiranno quando anche il Consiglio avrà espresso la propria posizione.

La discussione sulla scelta di Trump

Il Parlamento ha inoltre discusso l’annuncio del presidente americano Donald Trump di ritirarsi dall’accordo di Parigi con la Presidente delle Isole Marshall, Hilda Heine, e il Presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker.

“Il mondo sta guardando l’Europa”, ha affermato Heine, sottolineando la vulnerabilità del suo Paese al cambiamento climatico. “Con un’altitudine media di due metri sul livello del mare, non c’è un luogo per fuggire, per nascondersi dal cambiamento climatico. Il mio Paese rischia di diventare completamente inabitabile prima che il secolo finisca”, ha detto.

Il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha affermaot che “il cambiamento climatico è una delle sfide più urgenti che oggi affrontiamo. Affrontando questa sfida, l’Unione sta creando nuove opportunità per i nostri cittadini e per l’industria. In parole semplici, la decisione dell’amministrazione statunitense è un errore. Lavorando insieme con le nazioni di tutto il mondo possiamo offrire ai nostri cittadini un pianeta più pulito e più sicuro”.

Il Presidente Juncker ha dichiarato che l’UE non rinegozierà l’accordo di Parigi. I deputati si sono dichiarati, in gran parte, a favore dell’approvazione dell’accordo UNFCCC 2015 e della sua applicazione completa.

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