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Il latte fa male e l’ananas fa dimagrire: le dieci fake news più “servite” a tavola

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Le dieci bufale sul cibo più diffuse su Internet

La top ten realizzata da Coldiretti che smaschera le “bufale” alimentari

Tre italiani su quattro (66%) sono preoccupati dell’impatto di quello che mangiano sulla salute anche per effetto delle “bufale”

ROMA – Il fenomeno, sempre più dilagante, delle fake news non risparmia il settore dell’alimentazione. Dall’ananas dimagrante allo zucchero di canna che non fa ingrassare, dalla “favola” che le banane sono le più ricche di potassio al kamut spacciato per un varietà di cereali antica con proprietà esclusive, sono decine gli esempi.

Come la diceria che mangiare carne o latte fa sempre male o che chi è intollerante al lattosio non deve mangiare formaggi. È così che le “bufale”, intese come fake news, finiscono nel piatto o, in molti casi, condizionano le scelte alimentari.

È quanto emerge dalla campagna #stopfakeatavola promossa dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare nell’ambito del corso di formazione, organizzato in collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura.

Ad essere colpiti nei siti web e sui social sono praticamente tutti i prodotti che finiscono nel carrello, con accuse a sproposito o al contrario con l’attribuzione di proprietà salutistiche e nutrizionali non verificate” ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

Secondo il numero uno della Confederazione “è falso tra l’altro dire che tutti i prodotti alimentari realizzati nell’Unione Europea rispettano le stesse regole o che i prodotti venduti dal contadino sono meno controllati”.

Le dieci fake news alimentari più diffuse sul web

Non è vero che tutti i prodotti alimentari realizzati nell’UE rispettano le stesse regole

Con le fake news impauriti tre italiani su quattro

Tre italiani su quattro (66%) sono preoccupati dell’impatto di quello che mangiano sulla salute anche per effetto delle fake news sulle caratteristiche dei cibi che si moltiplicano in rete e spingono a comportamenti insensati e anche pericolosi. È un altro dato che emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè.

Il web si configura sempre più come porto franco delle bufale alimentari con un preoccupante effetto valanga in una situazione in cui, secondo l’indagine, il 53% degli italiani lo ha utilizzato almeno qualche volta durante l’anno per raccogliere informazioni sulla qualità dei prodotti alimentari. Ben il 25% degli italiani partecipa a community/blog/chat in internet centrate sul cibo, proprie o di altri, che influenzano le scelte di acquisto in modo non sempre corretto e veritiero.

“La scorretta informazione nell’alimentare ha un peso più rilevante che negli altri settori perché’ va a influenzare direttamente la salute. Per questo dobbiamo prestare particolare attenzione ed essere grati a quanti sono impegnati nello smascherare gli inganni”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo. “Internet però non va criminalizzato perché può svolgere un ruolo di controllo importante in un sistema in cui l’informazione alimentare purtroppo rischia di essere influenzata soprattutto dalle grandi multinazionali grazie alla disponibilità di risorse pubblicitarie investite” ha aggiunto.

Per noi le fake news sono anche le pubblicità delle aranciate che contengono appena il 12% di succo o quelle dell’olio di oliva di grandi marchi che fanno immaginare paesaggi toscani mentre contiene quello importato dalla Tunisia o ancora il prosciutto nostrano che è fatto con maiali tedeschi senza alcuna informazione in etichetta per i consumatori”, ha concluso.

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