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Prorogati i termini per le domande di sostegno al reddito degli allevatori terremotati

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Le difficili operazioni di salvataggio degli animali dopo l'ondata di maltempo di gennaio

Ci sarà tempo fino al 10 Aprile: misure straordinarie fissate in 400 euro a capo bovino

A Gennaio sono crollate decine di stalle in Abruzzo tra maltempo e sisma

ROMA – Gli allevatori terremotati del Centro Italia avranno tempo fino al 10 Aprile per presentare le domande di sostegno per le perdite di reddito. Come fa sapere la Coldiretti, infatti, i termini per la presentazione sono stati prorogati al 10 Aprile 2017. Le misure straordinarie sono fissate in 400 euro/capo bovino, 60 euro/capo ovi caprino, 20 euro/capo per suino e 45 euro/capo per le scrofe e 100 euro/capo ad equino.

“Una boccata di ossigeno che deve arrivare con urgenza nelle campagne terremotate per salvare le stalle in un territorio a prevalente indirizzo agricolo con una significativa presenza di allevamenti che è importante sostenere concretamente” spiega la Confederazione.

Sono 25mila le aziende agricole e le stalle nei 131 comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo con 292mila ettari di terreni agricoli coltivati soprattutto a seminativi e prati e pascoli da imprese per la quasi totalità a gestione familiare (96,5%), secondo le elaborazioni Coldiretti sull’ultimo censimento Istat.

Significativa la presenza di allevamenti con quasi 65 mila bovini, 40mila pecore e oltre 11mila maiali dalle quali si evidenzia anche un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo. Il crollo di stalle, fienili, caseifici e la strage di animali hanno limitato l’attività produttiva nelle campagne mentre lo spopolamento ha ridotto le opportunità di mercato.

“La costruzione in proprio delle stalle da parte degli allevatori è una importante possibilità prevista dall’ordinanza 5 del decreto terremoto che sino ad oggi – denuncia la Coldiretti – è di difficile applicazione a causa dei troppi vincoli a partire da quello che impone strutture similari a quelle dei bandi, mentre basterebbe dare semplicemente un tetto massimo di spesa e permettere agli allevatori di costruirsi la stalla provvisoria più adatta alle loro esigenze”.

“E lo stesso dovrebbe valere per i moduli abitativi per gli agricoltori. Una necessità perché ad oggi molti allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore sopravvissuti. Per dare finalmente risposte concrete agli allevatori terremotati occorre anche accelerare nel percorso di realizzazione delle stalle provvisorie previste con i nuovi bandi regionali, in parallelo alle stalle fai da te” aggiunge la Confederazione.

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