Site icon Corriere Nazionale

Omicidio di Alatri, i Carabinieri fermano due ragazzi a Roma

miro alatri emanuele morganti omicidio

L'esterno del locale dove è stato massacrato Emanuele Morganti (foto Twitter)

In tutto sono sette gli indagati per la morte di Emanuele Morganti, il 20enne massacrato fuori da un locale

I carabinieri hanno fermato due degli aggressori di Emanuele Morganti (foto Facebook Città di Alatri)

FROSINONE – Due giovani di 27 e 20 anni, fratellastri, sono stati fermati nella notte a Roma dai Carabinieri della compagnia di Alatri per l’omicidio di Emanuele Morganti.

Il 20enne è stato massacrato a calci, pugni e con un oggetto metallico nella notte tra venerdì e sabato all’esterno di un locale della cittadina del Frusinate. Ricoverato in gravissime condizioni al Policlinico Umberto I di Roma, Emanuele è morto dopo due giorni di agonia.

E proprio nella Capitale i militari hanno eseguito il fermo dei due giovani, entrambi di Alatri. La conferma è arrivata dal procuratore capo della Repubblica di Frosinone, Giuseppe De Falco. Il reato contestato è l’omicidio volontario per futili motivi. La lite all’interno del locale sarebbe scoppiata, infatti, per una bevanda.

In totale gli indagati per l’omicidio del 20enne avvenuto all’esterno del “Mirò” sono sette. Ai cinque rimasti a piede libero è stato contestato solo il reato di rissa.

“La vicenda è di una gravità spaventosa perché per motivi banalissimi come quello che ha originato il tutto, è morto un ragazzo innocente” ha spiegato De Falco.

Il procuratore capo di Frosinone ha spiegato anche che “le persone fermate sono riconducibili ad ambienti delinquenziali e non è da escludere che abbiano inteso affermare una propria capacità di controllo del territorio anche se non si tratta di profili di carattere malavitoso più complesso.

Le indagini comunque andranno avanti: “Nonostante gli indizi concreti a carico delle due persone fermate, c’è ancora molto da investigare, con riferimento anche al movente di questa azione” ha aggiunto De Falco.

Gli investigatori sono anche alla ricerca di almeno due oggetti contundenti con cui è stato colpito Emanuele. “Un manganello e un tubolare” ha spiegato il procuratore. Su chi li abbia usati e se siano stati proprio questi oggetti a causare la morte del 20enne “le indagini non hanno raggiunto risultati certi” ha concluso De Falco.

Exit mobile version