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Voucher, dal tetto annuo alle sanzioni: le novità del testo unico

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Coldiretti preoccupata per l’ulteriore burocratizzazione del buoni lavoro nel settore agricolo

I voucher sono stati introdotti per la prima volta in via sperimentale nel 2008 in agricoltura

ROMA – La politica italiana si muove per arginare il boom dei voucher, i buoni lavoro da 10 euro, che hanno superato il milione nel corso del 2016. E lo fa attraverso il testo unificato, depositato dalla relatrice Patrizia Maestri e adottato dal Comitato ristretto della Commissione Lavoro della Camera.

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ieri al termine dell’incontro con i sindacati ha sottolineato che sul testo la discussione è aperta.

“Noi apprezziamo il lavoro svolto perché i contenuti dello schema messo a punto sono vicini ai contenuti di merito del Governo: e cioè un intervento radicale sui voucher” ha aggiunto.

“Ora – ha concluso Poletti – attendiamo che la Commissione della Camera sviluppi il suo lavoro, faccia la sintesi, la discuta e la approvi”.

Le principali novità per l’utilizzo dei voucher

Dal divieto per le grandi aziende al tetto massimo annuo sono numerose le misure previste nel testo unico. Eccole di seguito, in sintesi.

Il testo unificato inasprisce anche le pene per chi abusa dei voucher. Nello specifico:

Coldiretti: no ad ulteriore burocrazia in agricoltura

Sul tema è intervenuta anche la Coldiretti che in una nota chiede di salvare i voucher nel comparto agricolo, che rischia di essere ulteriormente penalizzato dalla burocrazia.

“I buoni lavoro sono nati in agricoltura e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso” spiega l’associazione. “Lo dimostra anche l’aumento dell’1,6% delle ore lavorate nel quarto trimestre del 2016 rispetto all’anno precedente, secondo l’Istat” prosegue la Coldiretti.

Per l’associazione in agricoltura non si sono verificati gli abusi degli altri settori anche perché nelle campagne i beneficiari possono essere soltanto pensionati e giovani studenti, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali. Introdotti in modo sperimentale per la vendemmia nel 2008, oggi solo l’1,09% dei buoni lavoro è impiegato nel settore.

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