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Fotografia, saggistica e arti grafiche segnano le iniziative di Marzo alle Giubbe Rosse di Firenze

Ad esporre negli spazi dello storico locale fiorentino, Iliaria Ciardi e Monica Pieraccioni. Mentre Gian Ruggero Manzoni presenta il suo saggio Lunga Vita al Genius Loci

Monica Pieraccioni, La Lucciola

Un corposo e qualificato calendario di eventi letterari, espositivi ed enogastronomici, contraddistingue la programmazione del mese di Marzo 2017 delle Giubbe Rosse, il Gran Caffè storico letterario di Piazza della Repubblica a Firenze tanto amato dai Futuristi e, a tutt’oggi, punto di riferimento del mondo della cultura e dell’arte in Toscana e in Italia.

Tre le iniziative di particolare interesse che ci piace segnalare, due mostre e la presentazione di un saggio.

La mostra fotografica

Domenica 12 Marzo, alle 16,00, inaugura la mostra di fotografia “sulle orme dei macchiaioli” di Monica Pieraccioni, artista che vive e lavora a Rosignano Marittimo, nel livornese. L’esposizione, che andrà avanti fino a Sabato 25 Marzo, è composta da 15 scatti tutti a soggetto paesaggistico, soprattutto marino. Con essi la fotografa toscana, al suo primo esordio fiorentino, intende rendere omaggio ai maestri macchiaioli, come annuncia lo stesso titolo della mostra, e come evidenzia una delle foto che saranno esposte alle Giubbe Rosse, che in qualche modo rimanda al meraviglioso olio La libecciata (dove si ritrae un reale paesaggio a sud di Livorno) di Giovanni Fattori, cui la Pieraccioni dedica il suo scatto.

Afferma la fotografa: «Fin da piccola ero attratta dal mondo delle arti visive. Alcuni anni fa ho sentito il bisogno di cominciare a fotografare paesaggi. All’inizio era quasi un gioco che, col passare del tempo, mi ha preso la mano, diventando una vera passione. Attraverso dei social di appassionati della fotografia ho avviato uno scambio di idee, di emozioni e di notizie sulle tecniche riguardanti questo mondo affascinante. Da qui la mia passione per il click mi ha portata a frequentare un corso di fotografia per approfondirne le conoscenze tecniche e, quindi, a fare sempre più costantemente “uscite” per realizzare scatti paesaggistici, soprattutto del mare. Il mio adorato mare in tutte le sue stagioni, con tutte le sue innumerevoli e meravigliose sfumature è stato e continua a essere per me fonte d’ispirazione inesauribile. Scatto sempre con il cuore. E quando un soggetto, sia esso un’onda, un tramonto, una spiaggia o altro, mi colpisce e mi emoziona, incomincio a scattare e a quel punto mi rendo conto che intorno a me non esiste niente altro, sono solo io e il mio scatto con la meravigliosa sensazione di aver immortalato un momento magico della natura, del mondo, servendomi del mio occhio per indagarne l’anima. Questa mostra alle Giubbe Rosse mi emoziona e un po’ mi intimorisce, è il mio primo vero esordio pubblico. Spero che il mio lavoro sia gradito e apprezzato dal pubblico, io ce la metterò tutta».

Monica Pieraccioni, Autunno e tamerici

All’inaugurazione dell’evento“sulle orme dei macchiaioli”, introdotto dal giornalista Jacopo Chiostri, responsabile delle iniziative letterarie delle Giubbe Rosse, interverranno, i fotografi d’arte Stefano Girardi e Giovanni Faraoni, la pittrice, scrittrice e teologa, Anita Tosi, l’assessore al turismo di Rosignano Marittimo, Licia Montagnani.

Il saggio j’accuse

La copertina del libro di Manzoni

Sabato 18 Marzo, alle 17,30, ad animare il pomeriggio letterario delle Giubbe Rosse, sarà il romagnolo Gian Ruggero Manzoni. Scrittore, poeta, storico dell’arte e pittore, dalla consolidata fama in Italia e all’estero, Manzoni presenterà il suo recente saggio Lunga Vita al Genius Loci (per gl’irriducibili), un testo che è un j’accuse al capitalismo globale e che, fin dalla sua uscita, continua a suscitare accesi dibattiti e a far discutere.

«A parte gli articoli positivi, in cartaceo e web – commenta l’autore – nessuna voce importante dell’establishment culturale o politico, direttamente e pubblicamente, ha attaccato il mio libro anzi, ho ricevuto anche consensi da intellettuali, artisti, personaggi lontani dal mio modo di pensare o che credevo, addirittura, contro il mio modo di pormi, visti gli scontri vissuti in passato. Quelle poche critiche sono giunte dai soliti conformisti di turno, oggi votati al “politicamente corretto”, ma di quelli, sinceramente, non ho mai saputo che farmene. L’analisi che ho portato avanti in Lunga vita al Genius Loci infine risulta trasversale e condivisibile per chiunque possa vantare ancora un briciolo di cervello funzionante in questo mondo sempre più folle, alienato, privo di buon senso, nonché votato, unicamente, a logiche di ordine capital-liberiste, consumistico all’inverosimile, junglesco». «Forse che molta gente si stia stancando del come stanno andando le cose e sia giunta a un punto limite?».

Gian Ruggero Manzoni durante una presentazione del suo saggio

S’interroga lo stesso Manzoni, che risponde: «Può essere. In parte lo si avverte quando ti ritrovi a parlare con degli sconosciuti nelle sale d’attesa dei medici, in coda in Posta, nel bar di un aeroporto, in autobus, dal droghiere. Le battute, anche se fra i denti, vanno. Il Sistema non funzione. Questo Sistema è al limite del collasso. Sì, è prossimo allo sfascio. Quindi, il mio Genius Loci, è infine piaciuto, almeno a coloro che si sono espressi in merito, ma anche solo riconoscendomi il coraggio di avere dato alle stampe un libro totalmente contro corrente, invece quei pochi “bastian contrari” sono ricorsi alla definizione ormai di moda “demagogia populista”, seppure lo folta bibliografia che ho riportato in coda al mio testo, ma anche questa è ormai prassi in una società che vedo sempre più rivolta a una contrapposizione netta di ordine manicheo, seppure tutti si appellino alla moderazione e all’equilibrio. Moderazione che, quale uomo comunque dell’estremo, in me non ha mai fatto casa, quindi va più che bene così, che mi si tacci di massimalismo, di integralismo, di fondamentalismo, di radicalismo. Ci sta. Infine mi eleva. In un mondo in cui ci si esalta perché un calciatore ha fatto un goal o perché si è vinto al Gratta e Vinci, cosa potrei desiderare di più dell’essere considerato un esaltato per arte e per sapere?».

Insieme a Gian Ruggero Manzoni a parlare del suo saggio ci sarà lo scultore, poeta e scrittore, Giovanni Scardovi; anche lui come Manzoni romagnolo e a sua volta autore di Solida imago, un testo critico poetico su scultori principalmente di area ferrarese-romagnola identificabili quali rappresentanti del Genius Loci. Alcuni di questi scultori, tra cui Maurizio Bonora, Gianni Guidi, Sergio Monari, Sergio Zanni e Mario Zanoni, saranno presenti all’evento e interverranno durante il dibattito che seguirà alla presentazione del libro di Manzoni, a introdurre il Caffè letterario sarà il giornalista Jacopo Chiostri.

La mostra di Arti grafiche

A chiudere, questa volta in bellezza, nel vero senso della parola, la triade di iniziative alle Giubbe Rosse per il mese di marzo qui segnalate, sarà Iliaria Ciardi che, dal 26 Marzo all’8 Aprile, esporrà una serie di suggestivi lavori grafici, disegni e incisioni, in una mostra dal titolo “Cio che resta del silenzio…”. All’inaugurazione, che si terrà, alle 17,30, di Domenica 26 Marzo, interverrà Maurizio Nicosia, critico e storico dell’arte, docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’introduzione spetterà come sempre a Jacopo Chiostri.

Ilaria Ciardi, Tartaruga, disegno

Fiorentina doc, naturalizzata romagnola, dove da anni insegna incisione all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, Ilaria Ciardi, sebbene abbia tenuto mostre personali e collettive in Italia e all’estero, sia di arti grafiche che di scultura, è al primo incontro artistico espositivo con la sua città «Questo – dichiara l’artista, non senza un velo di commozione – mi emoziona come una principiante, tuttavia la sensazione che in me prevale è di grande gioia, simile a quella che si prova quando si torna a casa dopo tanto tempo di assenza».

Ed è quel mondo interiore di “casa sua”, un mondo in tutto fiorentino, mondo antico, rinascimentale, carico di sensibilità e di pudori, dove la creatività e le idee prendono corpo grazie alla rara perizia delle mani, le mani della grande tradizione artigiana fiorentina e rinascimentale, a contraddistinguere la personalità artistica di Iliaria Ciardi e a conferire fascino e bellezza alle sue opere.

Opere nate da un mondo interiore che ama il silenzio, come, appunto, lo ama la Ciardi, divenute “ciò che resta del silenzio”, unica traccia visibile, testimonianza viva di emozioni e sentimenti taciuti, a volte soffocati. Tormentati, lunghi, silenzi, che l’immaginario ermetico dell’artista fiorentina trasfigura in sogno, in viaggio lungo i confini dell’anima in una sospensione metafisica al di là dello spazio e del tempo mortali, luoghi del sacro dove l’anima, fattasi immortale e ritrovata l’originaria armonia, si paca e, infine, riposa.

Chi ha il piacere di conoscere questa artista e il suo lavoro non può non coglierne la capacità a muoversi a trecentosessanta gradi, sia che si tratti di realizzare opere nell’ambito delle arti applicate, sia che si tratti di pura creazione artistica, che, nel suo caso spazia magistralmente dalla incisione, al disegno, alla pittura, alla scultura, alla fotografia. Verrebbe da dire che Iliaria Ciardi più che di Firenze, sia ella stessa Firenze, ultima o quasi, dei maestri che tengono alta la fama della città medicea di culla mondiale dell’arte.

 

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