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Agriturismi fanno il pieno di turisti stranieri nel 2016

Il Covid-19 fa aumentare del 29% la richiesta di case in campagna: il desiderio di spazi aperti è esploso dopo il lockdown

Bilancio più che positivo per gli agriturismi

La domanda dall’estero è cresciuta del 26%. La provincia regina è quella di Grosseto

Bilancio 2016 più che positivo per gli agriturismi

ROMA – Per gli agriturismi italiani il 2016 si è concluso con cifre in crescita, soprattutto per quanto riguarda gli arrivi di stranieri.

È più che positivo dunque il bilancio delle strutture ricettive con Toscana, Umbria, Veneto e Lombardia che a livello nazionale assorbono la maggiore domanda. A far emergere la crescita degli agriturismi italiani è un’indagine del portale Agriturismo.it.

In linea generale nel 2016 l’offerta in Italia è aumentata di circa il 3%, mentre la domanda è cresciuta del +7%.

Sul fronte dei prezzi si registra stabilità. Quasi l’80% dei proprietari o gestori di agriturismi ha dichiarato di non aver effettuato variazioni rispetto al 2015. La media del costo del soggiorno per notte a persona è stata di 43 euro.

La Toscana si conferma “regina” del settore. Se l’offerta continua a crescere a ritmi sostenuti (+8,4% nel 2015 secondo l’Istat), anche la domanda sale, e di molto (+31% in un anno).

Considerando la richiesta di alloggio su scala nazionale, la Toscana raccoglie il 33,1% del totale. Segue, a grande distanza, un’altra regione del Centro Italia, l’Umbria. Qui si registra una crescita del 46%, che la rende la seconda più prenotata con l’8,2% di richieste. Sul terzo gradino del podio delle regioni con gli agriturismi più ambiti sale il Veneto, con il 6,4% delle domande. Segue a ruota la Lombardia con il 5,6%.

A livello provinciale la classifica vede diverse realtà toscane ai vertici. La più gettonata è quella di Grosseto che raccoglie, da sola, ben l’8,8% di tutta la domanda del 2016. Seguono a ruota Siena, con l’8,1%, e Perugia con il 6,7%. Non mancano, però, province di montagna come Bolzano (3,3%) e destinazioni del Sud Italia, come Lecce (2,8%).

A riconoscere il valore di questa struttura tipicamente italiana, inoltre, sono sempre più gli stranieri. Secondo l’indagine hanno rappresentato il 26% di tutta la domanda.

L’interesse di chi arriva dall’estero sembra premiare alcune regioni più di altre. In Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sardegna la percentuale sale ben oltre la media nazionale (è pari al 48,3%, 46,1% e 40,6% di stranieri sul totale).

Stabile rispetto ad un anno fa la durata media dei pernottamenti. Sono 4,6, che diventano quasi una settimana in Sardegna (6,65) e nelle Marche (6,92 giorni). Sono vacanze letteralmente mordi e fuggi, invece, in Campania (3,08) e in Piemonte (3,22).

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