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Giovani e gioco d’azzardo, tentazione per uno su due

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Il 72% dei giovani spende meno di tre euro a settimana per il gioco d'azzardo

Osservatorio Nomisma: calo del 5% rispetto al 2015. Il 72% spende meno di 3 euro a settimana

Il gioco d’azzardo attira soprattutto i giovani del Centro e del Sud

ROMA – Quasi un giovane tra i 14 e i 19 anni su due nel 2016 ha tentato la fortuna con il gioco d’azzardo. Nell’anno appena trascorso è pari al 49%, infatti, la quota di studenti che hanno effettuato giocate di varia natura (dal Lotto alle scommesse online).

Un dato, come riferisce Agipronews, in calo rispetto all’anno precedente (54%).

I dati emergono dallo “Young Millenials Monitor”, l’osservatorio dedicato ai giovani studenti dall’istituto di ricerca Nomisma. L’indagine è stata realizzata in collaborazione con l’Università di Bologna (Dipartimenti di “Scienze Economiche”, “Sociologia e Diritto dell’Economia” e “Scienze Mediche e Chirurgiche”).

Coinvolto un ampio campione di studenti (11mila) delle scuole secondarie di secondo grado italiane. Tra gli studenti attrratti dal gioco d’azzardo, sottolinea Agipronews, il 72% dichiara di sostenere una spesa media settimanale per i giochi inferiore a 3 euro.

Il gioco? È un passatempo occasionale

Il 17% degli studenti delle scuole secondarie superiori è frequent player. Ha giocato, cioè, una volta a settimana o anche più spesso.

Tuttavia, il gioco è nella maggior parte dei casi un passatempo occasionale e ha un impatto limitato sulla vita quotidiana.

L’11% degli studenti gioca con cadenza mensile mentre un altro 21% gioca più raramente.

Per il 72% dei giocatori la spesa media settimanale è inferiore a 3 euro.

Il 62% degli studenti (il 41% di chi gioca) non spenderebbe nulla in giochi davanti a un’inaspettata disponibilità di 100 euro.

Come iniziano a giocare i giovani

Il 21% dei giovani studenti inizia a giocare per curiosità, mentre per il 20% il primo approccio è stato per caso. Tra gli altri fattori indicati come primo approccio al gioco spiccano il divertimento (18%), il giocare dei familiari o degli amici (11%) e la speranza di vincere denaro (11%).

Come viene percepito il gioco d’azzardo

I giovani percepiscono il gioco d’azzardo come perdita di denaro. È il primo fattore citato sia dal 32% degli studenti della fascia 14-19 anni che dal 25% dei soli giocatori.

Accanto a tale percezione si distinguono due componenti reputazionali. Il 22% dei ragazzi e il 17% dei giocatori associa al gioco una componente dark (dipendenza o rischio).

Viceversa, il 19% dei giovani e il 27% dei giocatori considera il gioco d’azzardo un divertimento, una passione e un modo per occupare il tempo libero.

I giochi preferiti: Gratta & Vinci e scommesse

Rispetto alla precedente indagine di “Young Millennials Monitor Gioco e Giovani”, emerge una perdita di appeal dei giochi “tradizionali” (Superenalotto e Lotto).

Guadagnano terreno, invece, i giochi a tema sportivo e online.

I giochi più popolari tra i giovani rimangono il Gratta & Vinci (nel 2015 sperimentato dal 35% degli studenti 14-19 anni) e le scommesse sportive in agenzia (23%).

Seguono le scommesse sportive online (13%) ed i concorsi a pronostico a base sportiva come Totocalcio, Totip, Totogol (12%).

La maggior parte dei giovani (27% sul totale) ha giocato ad 1-2 tipologie di gioco durante il 2016. L’11% ne ha sperimentati tre o quattro e un ulteriore 11% ha partecipato ad almeno 5 tipologie di gioco.

L’identikit dei giovani giocatori

Ad essere più attirati dal gioco d’azzardo, secondo l’indagine Nomisma, sono soprattutto i ragazzi (59% rispetto al 38% delle ragazze).

Sull’identikit del giovane giocatore incidono, oltre al genere, anche altri fattori come area geografica, età, tipo di scuola frequentata e background familiare.

La propensione al gioco è maggiore nell’area Sud-Isole (53%) e al Centro (54%) rispetto al Nord dove gioca il 42% dei giovani.

Tentano la fortuna soprattutto i maggiorenni (53% contro il 47% dei minorenni) che frequentano istituti tecnici e professionali (rispettivamente 58% e 52% contro il 42% dei licei). Giocano di più, infine, i giovani nelle cui famiglie vi è un’abitudine al gioco (64% contro il 9% in famiglie non giocatrici).

Studi di più? Giochi di meno

La propensione al gioco, come riferisce Agipronews, cambia in relazione al rendimento scolastico. Per esempio, la quota di giocatori raggiunge il 51% tra chi ha un rendimento insufficiente in matematica. È pari al 46% invece tra chi ha una media superiore a 8 decimi.

Anche il possesso di specifiche competenze probabilistiche è un fattore predittivo. La quota di giocatori sale al 55% tra chi non è in grado di risolvere semplici quesiti probabilistici. La quota di giocatori tra chi ha competenze in merito diminuisce invece del 46%.

Infine ha rilevanza anche la connessione tra gioco e stili di vita. La quota di giocatori sale nel caso di consumo frequente di energy drink (63%), super-alcolici (60%) e sigarette (57%).

Gioco d’azzardo problematico per il 5%

Dall’indagine emerge che la quota di studenti italiani con un rapporto definito problematico con il gioco è del 5%. Un ulteriore 9%, inoltre, può essere considerato a rischio rispetto alla probabilità di sviluppare comportamenti di gioco problematici.

Per contro, il 33% degli studenti, pur giocando, non evidenzia alcuna problematicità ed ha un rapporto con il gioco che non appare disfunzionale.

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