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Giornata contro Aids: troppi adolescenti ancora a rischio

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I progressi fatti fino ad oggi nella lotta all' Aids rischiano di essere vani

L’Unicef stima migliaia di nuovi casi entro il 2030 se si arresteranno i progressi fatti

L’ Aids è una delle cause principali di morte fra gli adolescenti (foto Unicef)

ROMA – I progressi fatti fino ad oggi nella lotta all’ Aids rischiano di essere vani se saranno fermati e non si investirà ancora nella lotta alla patologia.

È l’allarme lanciato dall’Unicef oggi, in occasione della Giornata MondialE di lotta all’ Aids.

Secondo un nuovo rapporto dell’organizzazione sono indispensabili entro il 2030 ulteriori progressi per raggiungere gli adolescenti. E soprattutto finanziamenti, che dal 2014 sono in drastica diminuzione.

Il rischio è che i nuovi casi di contagio da HIV per questa fascia di età aumenteranno fino a 400.000 ogni anno, rispetto ai 250.000 del 2015.

La malattia rimane una delle cause principali di morte fra gli adolescenti. Nel 2015 ha causato 41.000 vittime tra i 10 e i 19 anni. Numeri scritti nero su bianco nel settimo rapporto sui bambini e l’Aids, “For Every Child: End AIDS”.

Il dossier diffuso oggi dall’Unicef sottolinea che sono stati fatti comunque considerevoli progressi nella prevenzione della trasmissione materno infantile dell’HIV.

Nel mondo, fra il 2000 e il 2015, sono stati evitati 1,6 milioni di nuovi contagi fra i bambini. Nel 2015 sono state colpite 1,1 milioni di persone fra bambini, adolescenti e donne.

I bambini fra 0 e 4 anni che convivono con l’HIV, rispetto a tutti gli altri gruppi di età, vanno incontro ai maggiori rischi di morte causata dall’ Aids.

Questi casi sono spesso diagnosticati e curati troppo tardi. Solo alla metà dei bambini nati da madri sieropositive viene effettuato un test per l’HIV nei primi due mesi di vita.

Nell’Africa Subsahariana l’età media dei bambini, che cominciano a ricevere cure e ai quali le madri hanno trasmesso il virus dell’HIV, è di circa 4 anni.

Nel 2015 nel mondo erano circa 2 milioni gli adolescenti fra i 10 e i 19 anni che convivevano con l’ Aids. Nell’Africa Subsahariana, la regione maggiormente colpita, 3 nuovi casi su 4 registrati fra gli adolescenti dai 15 ai 19 anni hanno colpito le ragazze.

«Il mondo ha fatto enormi progressi, ma la battaglia è ancora lontana dall’essere conclusa» afferma il Direttore generale dell’Unicef, Anthony Lake.

«Ogni due minuti un adolescente, con molte più probabilità una ragazza, contrae l’HIV. Se vogliamo sconfiggere l’ Aids c’è bisogno di restituire al problema l’urgenza che merita».

Aids e strategie di prevenzione: le proposte dell’Unicef

Finanziamenti per la lotta all’Aids in calo dal 2014 (foto Unicef)

Il rapporto propone alcune strategie per accelerare il progresso nella prevenzione dell’HIV fra gli adolescenti e per garantire cure a chi è già stato colpiti.

In primis è necessario investire in innovazione, includendo soluzioni prodotte a livello locale.

Altro aspetto riguarda il potenziamento della raccolta di dati e lo stop alle discriminazioni di ogni genere.

Importante anche dare priorità agli sforzi per fronteggiare le vulnerabilità degli adolescenti. Per l’Unicef bisogna garantire sistemi di prevenzione come la profilassi pre-esposizione e un’educazione sessuale completa.

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