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Disastro aereo Chapecoense: la verità nelle scatole nere

A bordo del charter c'erano staff e giocatori della Chapecoense

Due, al momento, le ipotesi sulle cause: un guasto elettrico o la mancanza di carburante

L’omaggio dei tifosi della Chapecoense (foto Twitter)

ROMA – Serviranno a fare chiarezza sulle cause del disastro aereo che ha sconvolto il mondo dello sport le due scatole nere del charter sul quale viaggiava la Chapecoense, schiantatosi ieri vicino a Medellin, in Colombia.

A ritrovarle sono state le squadre di soccorso impegnate sul luogo del disastro, una zona montuosa a 30 chilometri dallo scalo internazionale. L’area è quella compresa tra le città di La Ceja e La Union.

Le registrazioni contenute nelle scatole nere dovrebbero risolvere i dubbi sulle cause del disastro aereo, che restano ancora avvolte dal mistero.

Guasto elettrico, carburante o altro?

I rottami del charter su cui viaggiavano giocatori e staff della Chapecoense

Le ipotesi principali sono due: un guasto elettrico o la mancanza di carburante. Non si esclude neppure l’ipotesi che a provocare il disastro sia stata la concatenazione di questi due eventi.

Le certezze, al momento, si contano sulle dita di una mano.

Il British Aerospace 146 della compagnia boliviana Lamia era decollato da Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, dopo uno scalo tecnico.

La destinazione era Medellin, dove stanotte il club avrebbe disputato la finale di Copa Sudamericana con i padroni di casa dell’Atletico Nacional.

L’ultimo contatto radar è stato registrato quando il charter si trovava a circa 50 chilometri dall’aeroporto internazionale di Medellin.

L’aereo, in quel momento, si trovava ad un’altezza di 4793 metri e viaggiava a una velocità di 263 km/h. Erano le 21:33 ora colombiana (le 00:33 ora brasiliana).

Poi il buio, e la fine della recente storia della Chapecoense.

Il governatore di Antioquia, Luis Perez, ha parlato in ospedale con Ximena Suarez, l’assistente di volo sopravvissuta.

La donna avrebbe riferito di alcuni problemi all’impianto elettrico dell’aereo poco prima dello schianto. Tutto sarebbe avvenuto nel giro di una cinquantina di secondi prima che il mezzo precipitasse a terra.

Il pilota di un aereo che viaggiava vicino al charter, secondo alcuni media colombiani, avrebbe ascoltato il dialogo tra il pilota del charter e la torre di controllo dello scalo di Medellin.

Nella conversazione avvenuta poco prima dello schianto il pilota della compagnia Lamia avrebbe chiesto l’attivazione della procedura di emergenza segnalando problemi di carburante.

Secondo quanto ricostruito dai media brasiliani e colombiani, però, la richiesta di atterraggio di emergenza sarebbe stata rifiutata.

L’aereo con a bordo staff e giocatori della Chapecoense potrebbe quindi aver finito il carburante mentre stava attendendo il via libera all’atterraggio.

A rendere plausibile l’ipotesi dell’esaurimento del carburante ci sono anche altri due elementi emersi nelle ultime ore.

Il primo è la bassa velocità del velivolo registrata nell’ultimo contatto radar. Il secondo è la mancata esplosione dopo lo schianto a terra.

Subito dopo il disastro aereo si era fatta strada anche l’ipotesi che il pilota del charter avesse volutamente scaricato i serbatoio proprio per evitare un’esplosione.

Ipotesi che, però, non ha ancora avuto riscontri.

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