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Referendum, ricorso Codacons bocciato in Cassazione

I dati definitivi del referendum

Le Sezioni Unite si sono pronunciate oggi sul ricorso dell’associazione dei consumatori

Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi: bocciato il ricorso dell’associazione

ROMA – A meno di una settimana dal referendum sulle riforme costituzionali del 4 Dicembre arriva un’altra sentenza della Corte di Cassazione.

Le Sezioni unite hanno bocciato infatti il ricorso presentato dal Codacons contro l’ordinanza dell’Ufficio centrale per il referendum.

Secondo la Cassazione quest’ultima non ha natura di atto giurisdizionale e quindi non può essere impugnata in via, appunto, giurisdizionale.

Lo scorso 14 Novembre l’associazione dei consumatori aveva depositato una memoria aggiuntiva nell’ambito dello stesso ricorso.

Nello specifico, con la memoria presentata ai giudici della Suprema Corte, il Codacons contestava una per una le tesi contenute nel contro ricorso depositato dalla Presidenza del Consiglio.

Il Codacons puntava il dito in particolare sull’eccesso di potere giurisdizionale dell’Ufficio per il referendum che avrebbe invaso la sfera di attribuzioni riservata al Governo nel momento in cui ha convalidato il quesito.

Pochi giorni prima, il 10 Novembre, il Tribunale Civile di Milano aveva respinto anche il ricorso presentato dal presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida. Il ricorrente, nello specifico, chiedeva che il giudice inviasse alla Consulta la legge ordinaria istitutiva del referendum.

Ciò allo scopo di valutarne la legittimità costituzionale nella parte in cui non prevede di scindere il quesito referendario quando tratti di materie differenti.

Lo scorso 20 ottobre stessa sorte era toccata al ricorso presentato dal Movimento 5 stelle e da Sinistra Italiana al Tar del Lazio. La sezione 2bis, con la sentenza n. 10445 del 20 ottobre, lo aveva dichiarato infatti “inammissibile”.

Bocciata anche un’altra istanza presentata sempre dal Codacons. L’associazione, infatti, si era rivolta anche all’ufficio centrale per la correzione del quesito referendario.

«Di fronte a questa decisione ci appelliamo al “Comitato per il No”» sottolinea il Codacons.

«Può infatti proseguire la nostra battaglia contro il quesito referendario ingannevole in favore degli elettori».

 

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