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Estinzione dei dinosauri: la chiave è sulla Luna

Il cratere Schrödinger

Cratere lunare Schrödinger sarebbe il risultato di un evento analogo a quello che interessò la Terra

Dallo studio del cratere lunare nuovi indizi sulla scomparsa dei dinosauri

ROMA – Sulla Luna ci sarebbero indizi ritenuti di grande interesse dalla comunità scientifica per individuare il “killer” dei dinosauri. Un team di ricercatori americani ha studiato infatti le caratteristiche di un grande cratere lunare per ricostruire l’impatto che sulla Terra ha portato, circa 65 milioni di anni fa, all’estinzione dei dinosauri.

Il gruppo di studiosi del Lunar and Planetary Institute, dell’Universities Space Research Association di Houston ha analizzato, in particolare, il cratere d’impatto lunare Schrödinger, del diametro di circa 320 chilometri.

L’impatto che lo ha generato ha proiettato in superficie materiale roccioso dalla profondità della crosta, che è poi in gran parte collassato portando alla formazione di una catena montuosa circolare, alta circa 2,5 chilometri e larga 150.

Un evento analogo, secondo gli autori, sarebbe avvenuto circa 65 milioni di anni fa per il cratere Chicxulub. Sepolto sotto la penisola dello Yucatan a una profondità di circa un chilometro, vicino a Chicxulub, in Messico, questo antico cratere è ciò che resta dell’impatto che, secondo le teorie più accreditate, ha portato all’estinzione dei dinosauri.

«Il cratere Schrödinger è un modello che ci fornisce un’immagine sorprendente del cratere terrestre Chicxulub. Se uno volesse immaginare come si presentava questo cratere dopo l’impatto che ha portato alla scomparsa dei dinosauri, dovrebbe guardare alla Luna» afferma David Kring, primo firmatario dello studio.

«Proprio il cratere Schrödinger è stato indicato in altri studi tra le possibili mete di future esplorazioni lunari» aggiunge Kring.

Le analisi condotte dagli autori sul cratere lunare, di tipo geologico e basate su modelli computerizzati, hanno permesso di capire che, prima di collassare formando la catena montuosa ad anello, le rocce svettavano fino a 20 chilometri di quota. E prima dell’impatto si trovavano a una profondità di 30 chilometri.

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