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Sogno: il primo cane dentro al Parlamento

Il meticcio alla Camera con la Brambilla: «Inserire diritti degli animali nella Costituzione»

La Brambilla con Sogno, il primo cane che ha varcato la soglia del Parlamento italiano

ROMA – Sogno è un meticcio, maschio, di 6 anni. Il nome non è scelto a caso perché il cucciolo è il primo cane, in Italia, ad entrare nella sala conferenze di un Parlamento. Michela Vittoria Brambilla, ex ministro di Forza Italia e presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, si è presentata infatti alla Camera dei Deputati con il simpatico quattrozampe, “testimonial” di una battaglia politica e di civiltà.

«Quella – spiega la deputata – per inserire nella Costituzione la tutela dell’ambiente, la difesa degli animali e il rispetto dei loro diritti.

«Ecco una riforma davvero importante, voluta dalla maggioranza degli italiani. Un obiettivo a portata di mano ma ancora tutto da realizzare. Ormai è chiaro a tutti che nell’attuale fase storica, si sta affermando una più moderna concezione dell’uomo e del suo rapporto con la natura, più rispettoso di tutti gli esseri viventi che condividono con noi il dono della vita» afferma la Brambilla.

Di questa evoluzione hanno già preso atto, in vario modo, non solo l’Unione europea, ma numerose Costituzioni del continente, come quelle di Germania, Austria e Svizzera. In Svizzera, per esempio, c’è un articolo specificamente dedicato alla protezione degli animali e ci sono addirittura disposizioni molto moderne contro la manipolazione genetica.

L’articolo 20a della Costituzione tedesca cita esplicitamente il patrimonio naturale e gli animali, da tutelare anche “per responsabilità verso le future generazioni”. In Austria la “protezione degli animali” è dal 2005 “materia federale”, sottratta alla competenza delle regioni.

«Trovo davvero strano che a citare gli animali nella Costituzione per tutelarli non abbia ancora pensato l’Italia, Paese dallo straordinario patrimonio ambientale e ricco di biodiversità come nessun altro in Europa. Io ho sempre considerato questa la madre di tutte le battaglie animaliste. Così l’hanno considerata le associazioni che con me hanno sottoscritto e presentato, quasi due anni fa, l’appello-manifesto che chiedeva al Parlamento di intervenire» aggiunge.

Da questo punto di vista, la riforma costituzionale che andrà al referendum è un’occasione perduta per la Brambilla. «Si sarebbe potuto – spiega – modificare lo status giuridico degli animali e adeguare la Carta fondamentale al cambiamento in atto. Non è successo. Nel testo approvato non c’è traccia della mia richiesta, formalizzata con una proposta di legge e sostenuta dalle principali associazioni di protezione animale, di introdurre modifiche che elevassero i livelli di tutela degli animali, come l’esplicita inclusione della materia tra quelle sottoposte alla potestà esclusiva dello Stato. Non è stata accolta neppure la proposta di costituzionalizzare il riconoscimento degli animali come “esseri senzienti” già contenuto nel Trattato sul funzionamento dell’Ue».

«Al contrario, questa riforma della Costituzione continua a considerare gli animali solo come oggetti, semplici “cose” e non esseri viventi, con la conseguente negazione delle tutele alle quali avrebbero giusto diritto» afferma ancora l’ex ministro.

«Riconoscere in Costituzione che gli animali sono “esseri senzienti” e conseguentemente tutelarne i diritti è una battaglia di civiltà che vinceremo» conclude.

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