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Premio Sakharov 2016: scelti i tre finalisti

premio sakharov libertà di pensiero edizione 2017

Il premio Sakharov per la libertà di pensiero è assegnato ogni anno dal Parlamento europeo

Il vincitore sarà decretato il prossimo 27 ottobre

Il premio Sakharov per la libertà di pensiero è assegnato ogni anno dal Parlamento europeo: nell’infografica ecco come avviene la selezione

ROMA – Sono stati scelti i finalisti del Premio Sakharov 2016 per la libertà di pensiero. Can Dündar, giornalista impegnato nella difesa della libertà di pensiero ed espressione in Turchia, Mustafa Dzemilev, leader tataro attivo nella difesa dei diritti dei cittadini della Crimea e le avvocatesse yazide sopravvissute in Iraq, Nadia Murad Basee and Lamiya Aji sono stati scelti oggi con il voto delle Commissioni affari esteri e sviluppo.

Il vincitore sarà decretato dal presidente del Parlamento europeo e dai capigruppo delle forze politiche il 2prossimo 7 ottobre. La cerimonia di premiazione si terrà invece a Strasburgo il prossimo 14 dicembre.

Il Parlamento Europeo assegna il Premio Sakharov ogni anno per onorare le persone e le associazioni che si sono distinti nella difesa nei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Il premio Sakharov per la libertà di pensiero è assegnato ogni anno dal Parlamento europeo. È stato istituito nel 1988 per onorare gli individui e le organizzazioni che combattono per la difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali. L’anno scorso il premio è stato assegnato a Raif Badawi.

A scegliere i candidati per il premio Sakharov sono i singoli gruppi politici o unioni di almeno 40 deputati. Una volta raccolte le candidature, le commissioni Affari Esteri e Sviluppo restringono la rosa a tre finalisti. Successivamente, la Conferenza dei presidenti, composta dal presidente del Parlamento europeo e dai capigruppo dei vari gruppi politici, sceglierà il vincitore.

Il profilo dei tre finalisti del Premio Sakharov 2016

Can Dündar, ex caporedattore del quotidiano turco Cumhuriyet, è stato arrestato nel novembre 2015, dopo che il suo giornale aveva pubblicato alcune fotografie che mostravano i servizi segreti turchi consegnare illegalmente armi ai ribelli siriani.

È stato successivamente condannato a 5 anni e 10 mesi di carcere per “rivelazione di segreti di stato” (adesso è in corso il processo d’appello) ed è sopravvissuto a un tentativo di omicidio. Al momento si trova all’estero, in attesa dell’appello.

Mustafa Abdülcemil Qirimoglu, ex presidente del Mejlis di Crimea (il parlamento tataro), è un ex dissidente sovietico e attuale membro del Parlamento ucraino. È una figura di spicco nella difesa dei diritti umani e delle minoranze del suo Paese da oltre cinquant’anni.

La sua storia personale è segnata dalle vicende storiche del popolo tataro: a soli sei mesi fu deportato in Asia Centrale insieme a tutto il resto della popolazione. Riuscì a tornare nella sua terra soltanto 45 anni dopo. Adesso che la Russia ha annesso la Crimea, l’attivista è nuovamente impossibilitato a entrare nel suo territorio.

Nadia Murad Basee e Lamiya Aji Bashar sono due avvocatesse impegnate nella difesa della comunità yazida in Iraq e delle donne colpite dalla violenza sessuale delle milizie Isis. Entrambe provengono da Kocho, uno dei villaggi iracheni vicino a Sinjar distrutto dalle truppe dell’Isis nell’estate del 2014.

Insieme a migliaia di altre ragazze yazide, sono state rapite e costrette alle vessazioni sessuali dei militanti del Califfato. Murad sta anche lavorando per il riconoscimento del genocidio degli Yazidi.

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