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Guerra ad Aleppo, il dramma delle madri siriane

On 29 September 2016 at the Aleppo University Hospital in western Aleppo, UNICEF Representative in the Syrian Arab Republic Hanaa Singer visited UNICEF health and water and sanitation partners, and met with families displaced by recent attacks and fighting. She also visited the Adeeb Zakkour and Reyad Sajee schools in the area. "The murder of the innocents in Aleppo must stop,” stated UNICEF Executive Director Anthony Lake in New York on 29 September 2016. Mr. Lake enumerated: “In Aleppo, 96 children killed and 223 children injured in merciless attacks this week alone. Each one, a daughter or a son. Doctors forced to let some children die while saving others with scarce medical supplies. Tens of thousands of children drinking dirty water because a pumping station was bombed and another switched off. Brave aid and rescue workers killed. Aid convoys destroyed,” he continued. “The world is watching these horrors unfold. Every day, they continue ... and get worse. UNICEF and our partners have just delivered some supplies to the besieged areas of Madaya, Fouah, Kefraya and Zabadani. In addition to continuing operations in western Aleppo, we are doing what we can to provide trucked water supplies throughout the city. But it is far from enough. The only real answer for Aleppo is an end to its descent into further horror.”

La denuncia dell’Unicef: «Non sanno più come proteggere i figli e allora li uccidono»

Nella foto UNICEF Hanaa Singer, Rappresentante in Siria, in visita ad Aleppo

ROMA – Mentre la comunità internazionale è ancora profondamente divisa sulla soluzione della crisi siriana, ad Aleppo la guerra civile continua e la situazione è sempre più difficile per i civili che si trovano nella città del Nord della Siria.

«Nella parte orientale di Aleppo, la situazione è terribile. Molte scuole e ospedali sono stati colpiti, sono rimasti solo 30 medici e oltre 100 bambini sono stati uccisi. A causa della mancanza di servizi e strutture sanitarie i medici non possono curare tutti e molti bambini in condizioni disperate vengono lasciati morire» afferma Hanaa Singer, Rappresentante UNICEF in Siria.

«In un giorno solo, quando sono stata lì, almeno 25 persone, di cui 5 bambini, sono state uccise. C’è una costante paura della morte. Penso che questa sia la peggior crisi umanitaria di sempre, è passato troppo tempo da quando è iniziata e i danni, non solo ad Aleppo ma nell’intero Paese sono enormi» aggiunge.

La guerra civile che dura ormai da cinque anni sta avendo conseguenze anche sotto il profilo psicologico di chi è riuscito a sopravvivere.

«Le persone si sentono sempre meno sicure e sono spaventate. Sono stata in Siria diverse volte e generalmente le persone erano molto resilienti. Ma questa è la prima volta che ho visto le persone avere dei crolli nervosi, scoppiare in lacrime» spiega Singer.

La situazione è particolarmente pesante per le madri perché si sentono profondamente in colpa nel non riuscire a proteggere i propri figli. Il tasso di tentato suicidio o di suicidio è alto, e come sottolinea l’UNICEF si sono registrati oltre 10 casi nelle ultime due settimane.

«Queste persone vivono con una paura costante, si domandano: quando toccherà a me?. In un ospedale ho incontrato una bambina che era stata pugnalata dalla madre. La madre mi ha detto che uccidere sua figlia e mandarla in paradiso era meglio che lasciarla vivere in quell’inferno» racconta la rappresentante dell’UNICEF.

«Sono andata al reparto pediatria, nell’area delle incubatrici, e un dottore mi ha dato una bambina di soli due mesi in braccio – prosegue -. Aveva una ferita alla pancia causata da sua madre che l’aveva pugnalata dopo la nascita. La sua famiglia è sfollata cinque volte in tre anni, questa donna ha perso da poco i fratelli e il marito a causa della guerra e non ce la fa ad affrontare tutto questo».

«Tenendo in braccio quella bambina di Aleppo ho visto il potere della resilienza, il potere della vita. Questo dimostra il potere della vita nonostante la sua crudeltà. C’è sempre una speranza, questa bellissima bambina si sta riprendendo e sopravviverà. Il dottore ha fatto un miracolo. La violenza deve finire. Alle Nazioni Unite dico: noi siamo pronti, stiamo aspettando».

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