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Dati Istat sull’occupazione giovanile: calano i “Neet”

Le tendenze nel mercato del lavoro europeo 2020-2021: diversi milioni di posti di lavoro a rischio se continueranno le limitazioni della pandemia

Nella fascia di età 15-34 anni +223mila occupati su base annua

Secondo i dati Istat sono 252mila in meno i “Neet”

ROMA – Arrivano buone notizie sul fronte dell’occupazione giovanile dagli ultimi dati Istat sul mercato del lavoro. L’analisi dell’istituto di statistica relativa al secondo trimestre del 2016 mostra un quadro macroeconomico segnato da un generale rallentamento della crescita a livello internazionale, con l’Italia che non fa eccezione. Ma all’orizzonte l’Istat intravede segnali positivi per i giovani, con i dati relativi all’occupazione che fanno registrare un saldo positivo.

«Il Pil è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente e ha segnato un aumento dello 0,8% in termini tendenziali – si legge nella nota dell’istituto -. In tale quadro l’assorbimento di lavoro da parte del sistema produttivo continua ad aumentare: le ore complessivamente lavorate crescono dello 0,5% sul trimestre precedente e del 2,1% su base annua».

«L’aumento congiunturale – prosegue l’Istat – ha riguardato sia l’industria in senso stretto (+0,4%), sia i servizi (+0,6%). Dal lato delle misure dell’offerta di lavoro, nel secondo trimestre del 2016 l’occupazione complessiva cresce in modo sostenuto rispetto al trimestre precedente (+0,8%, 189 mila), con una dinamica positiva che, con diversa intensità, riguarda tutte le tipologie. I dipendenti a tempo indeterminato (+0,3%), quelli a termine (+3,2%) e gli indipendenti (+1,2%)».

A livello territoriale, l’aumento risulta maggiore nel Mezzogiorno (+1,4%) che cresce dello 0,6 per cento in più rispetto al Centro (+0,8%) e al Nord (+0,6%). Il tasso di occupazione sale di 0,5 punti, soprattutto per i 15-34enni (+0,8 punti) e per i 50-64enni (+0,6 punti). In confronto al 2015, le dinamiche tendenziali del secondo trimestre dell’anno fanno registrare una crescita complessiva di 439 mila occupati su base annua.

La crescita è più accentuata per i dipendenti, sia a tempo indeterminato (+308 mila) sia a termine (+72 mila)

Largo ai giovani secondo gli ultimi dati Istat

L’aspetto più rilevante dell’espansione occupazionale certificata dall’Istat è la significativa crescita degli occupati nella fascia di età 15-34 anni (+223 mila su basa annua) che si affianca al perdurante incremento degli over 50. La crescita è più accentuata per i dipendenti, sia a tempo indeterminato (+308 mila) sia a termine (+72 mila), ma torna ad interessare anche il lavoro indipendente, esclusivamente tra gli autonomi senza dipendenti.

Al contempo prosegue a ritmi più sostenuti il calo, sia congiunturale sia tendenziale, degli inattivi (in termini assoluti e di incidenza), soprattutto per la componente degli scoraggiati. Il tasso di disoccupazione, dopo la stabilità congiunturale dei due trimestri precedenti, diminuisce in lieve misura (-0,1 punti) rispetto al trimestre precedente e di 0,6 punti rispetto allo stesso trimestre del 2015 con un calo tendenziale di 109 mila disoccupati.

La maggiore partecipazione dei giovani al mercato del lavoro è testimoniata anche dalla diminuzione tendenziale (-252 mila) della componente delle persone “Not in Education, Employment or Training “(Neet).

«Le variazioni degli stock di occupazione sottintendono significativi cambiamenti nella condizione delle persone nel mercato del lavoro, misurati dai dati di flusso a distanza di dodici mesi – sottolinea l’Istat -. Tra gli occupati aumentano le transizioni verso il lavoro a tempo indeterminato, in particolare per i dipendenti a termine e per i collaboratori. Inoltre, cresce il flusso dalla disoccupazione verso l’occupazione, soprattutto verso i dipendenti. L’incremento dei passaggi dalla disoccupazione all’occupazione riguarda maggiormente gli uomini, i giovani 25-34enni, i residenti nel Nord e i diplomati».

«Il Jobs Act funziona. I dati diffusi oggi dall’Istat confermano, infatti, quanto avevamo rilevato in occasione del rilascio dei dati mensili, ovvero una tendenza di crescita dell’occupazione» ha commentato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

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