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Robot giudici di bellezza, ma discriminano la pelle nera

Al concorso hanno partecipato in 6mila. Tra i 44 vincitori solo uno è di colore

I robot hanno giudicato seguendo degli algoritmi

ROMA – I robot possono riconoscere la bellezza? E’ questo che si sono chiesti gli organizzatori del Beauty.AI, il primo concorso di bellezza internazionale con una giuria costituita da ‘macchine’. Dopo esser stato lanciato, circa 6mila persone di oltre 100 Paesi hanno inviato la propria foto nella speranza che l’intelligenza artificiale, basata su complessi algoritmi, riconoscesse i loro volti come i più rappresentativi della ‘bellezza umana’.

I risultati del concorso

Quando sono usciti i risultati però i ricercatori del gruppo ‘Youth Laboratories’ sono rimasti increduli: sebbene i robot fossero stati programmati per riconoscere fattori obiettivi, come la simmetria del viso e le rughe, tra i 44 vincitori vi era solo una persona con la pelle nera. Si è quindi subito aperto un dibattito sul fatto che gli algoritmi possano perpetuare i pregiudizi umani portando a risultati imprevisti e discriminatori.

“L’idea che si potrebbe vivere con una concezione della bellezza culturalmente neutrale è semplicemente sconvolgente”, ha spiegato il professore della Columbia University Bernard Harcourt, e i risultati del concorso dimostrano che “gli esseri umani stanno esprimendo un pensiero, anche quando è formulato sotto forma di algoritmo e noi pensiamo che sia neutrale e scientifico”.

Nel frattempo il responsabile dell’ufficio scientifico del progetto Alex Zhavoronkov ha annunciato che, per il prossimo concorso previsto per l’autunno, l’algoritmo verrà corretto per evitare ulteriori errori. “Sono sorpreso di come l’algoritmo abbia scelto le persone più belle – ha affermato – in alcuni casi, ha scelto persone che io non avrei mai selezionato”.

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