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Siria, ucciso il numero due dell’Isis

Il portavoce dell'Isis, al Adnani

Adnani era portavoce dell’Isis e braccio destro del Califfo al-Baghdadi

Nella foto Twitter il numero due dell’Isis ucciso ad Aleppo, in Siria

ROMA – L’Isis non perde solo le sue roccaforti nei Paesi del Nordafrica e in Medioriente, come in Iraq e in Siria, ma anche i suoi uomini di punta. L’azione congiunta delle forze internazionali contro il terrorismo, seppur tra spaccature come quella tra Mosca e Washington, sta decapitando anche i vertici dello Stato Islamico. L’ultima vittima eccellente della lotta al Califfato nero è Abu Mohammad al-Adnani, il capo della propaganda e “portavoce” dell’Isis, braccio destro operativo del Califfo al-Baghdadi.

A diffondere la notizia della sua uccisione, avvenuta nella città siriana di Aleppo, è stata Amaq, l’agenzia ufficiale dei jihadisti. L’uccisione in Siria del numero due dell’Isis è stata poi riportata anche da Site, il portale che monitora le attività dell’Isis sul web. La conferma è arrivata anche dal Pentagono. Adnani, sulla cui testa pendeva una taglia di 5 milioni di dollari, era rimasto ferito in uno scontro a fuoco lo scorso gennaio ma era riuscito a salvarsi. Da più parti è considerato come lo stratega degli attacchi sanguinari avvenuti in Europa negli ultimi mesi, da Parigi a Bruxelles.

L’unità controllata dal jihadista, nato a Idlib, in Siria, avrebbe inviato i suoi uomini in giro per il mondo ad organizzare le stragi e gli attacchi all’estero. Molti in Europa: Germania, Austria, Spagna, Belgio, Francia. Altri in Asia e Medioriente come Malaysia, Indonesia, Libano, Tunisia e Bangladesh. Adnani, secondo diversi analisti, sarebbe anche la mente della nuova strategia adottata dall’Isis in alcuni dei recenti attacchi avvenuti in Europa per mano di “lupi solitari”. Il più sanguinoso è stato quello avvenuto lo scorso 14 luglio a Nizza, in occasione della Festa nazionale francese, quando un tir guidato da un tunisino piombò sulla folla.

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