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Ricostruzione terremoto: tre modelli per il Governo

Nella foto una delle tendopoli che ospitano gli sfollati in attesa della ricostruzione post terremoto

Renzi: «Friuli, Umbria ed Emilia esempi positivi di ricostruzione rapida e fatta per bene»

Il premier Renzi ha promesso rapidità per la ricostruzione nelle zone terremotate (foto www.governo.it)

ROMA – La fase dell’emergenza, per i territori del Centro Italia colpiti dal terribile sisma del 24 agosto, non è ancora conclusa ma si apre già un’altra fase critica, quella della ricostruzione. Il premier Renzi, nella sue enews settimanale, ha promesso rapidità e lavori fatti come si deve.

«L’Italia sa come fare a reagire. Siamo bravi e generosi, specie nei momenti di difficoltà. C’è una ricostruzione da coordinare nel modo più saggio e più rapido. Giusto fare in fretta, ma ancora più giusto fare bene e soprattutto con il coinvolgimento delle popolazioni interessate – scrive Renzi -. La ricostruzione dovrà avvenire nel modo più trasparente con l’aiuto di strutture che abbiamo voluto con forza come l’Autorità Anti Corruzione presieduta da Cantone ma anche con la massima trasparenza online. L’impegno del Governo è che questi luoghi così ricchi di un passato prezioso possano avere un futuro».

Per il premier, che sabato si è consultato anche con il famoso architetto Renzo Piano, ci sono dei modelli da seguire: «La storia italiana ci consegna pagine negative nella gestione del dopo-terremoto, come l’Irpinia, ma anche esempi positivi. Su tutti il Friuli del 1976. Ma anche l’Umbria di vent’anni fa. E soprattutto il modello emiliano del 2012. Quel territorio ha “tenuto botta”, ricostruendo subito e bene. Le aziende sono ripartite, più forti di prima. Dovremo prendere esempio da queste pagine positive».

La scuola di Amatrice, duramente colpita dal terremoto

Progetto Casa Italia: Governo apre il confronto con tutti gli attori

Scarsi investimenti per la prevenzione e spese esorbitanti per l’emergenza sono uno degli atavici problemi dell’Italia, quando si parla di calamità naturali come terremoti o alluvioni. Il Governo, dopo il disastroso sisma che ha colpito le zone a cavallo tra Lazio, Marche e Umbria, ha annunciato il cosiddetto piano di prevenzione “Casa Italia” che, nelle intenzioni, dovrebbe diminuire la percentuale di rischio per la grande fetta di popolazione che vive nelle zone ad alta pericolosità sismica ed idrogeologica. Il confronto sul piano dovrebbe essere avviato nei prossimi giorni, come ha confermato il premier Renzi nella sua enews: «Quello che in passato è spesso mancato è la costruzione di un progetto Paese basato sulla prevenzione: non solo reagire, non solo ricostruire, ma prevenire. E dunque serve un deciso cambio di mentalità – scrive il presidente del Consiglio -. Nei prossimi giorni lo presenterò a tutti i soggetti interessati, ai professionisti, ai rappresentanti di comuni e regioni, ai sindacati e alle associazioni di categoria, agli ambientalisti e ai costruttori. In Casa Italia immagino di inserire non solo i provvedimenti per l’adeguamento antisismico ma anche gli investimenti che stiamo facendo e che continueremo a fare sulle scuole, sulle periferie, sul dissesto idrogeologico, sulle bonifiche e sui depuratori, sulle strade e sulle ferrovie, sulle dighe, sulle case popolari, sugli impianti sportivi e la banda larga, sull’efficientamento energetico, sulle manutenzioni, sui beni culturali e sui simboli della nostra comunità. Con Casa Italia in ballo c’è il futuro dei nostri figli».

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