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Paesi rasi al suolo dal sisma nel Lazio e nelle Marche

Accumoli, Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto distrutti. Tragico finora il bilancio del sisma: 63 morti, ma è una cifra che è destinata ad aumentare

Il paese di Amatrice, devastato dal terremoto

ROMA – Ore 3:36, la terra comincia a tremare per 142 lunghi secondi. Una scossa forte, di magnitudo 6.0 della scala Richter, rade al suolo interi paesi al confine tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Sotto alle macerie decine di corpi. Impossibile, per ora, stilare un bilancio definitivo delle vittime (63, ma i bilancio è destinato a salire) e dei feriti.

Nella zona, come riferito dai soccorritori e dai sindaci, in questo periodo dell’anno sono tantissimi i turisti o i familiari che passano qualche giorno in casa dei parenti che vi risiedono.

I paesi coinvolti dal sisma

L’unica certezza è che sono quattro i centri che hanno riportato i danni maggiori e che rischiano di sparire per sempre. Due si trovano in provincia di Rieti. Accumoli non esiste più: il piccolo centro che conta poco più di 700 residenti è stato completamente devastato. Gli edifici sono implosi e si sono sbriciolati, non lasciando scampo a molte persone che si trovavano in casa.

Stesse scene ad Amatrice, dove la parte più colpita è stata quella del centro storico, ridotto ad un cumulo di macerie. Qui le vittime sono più di 35.

Colpita duramente anche Spelonga, frazione di Arquata del Tronto

Le due scosse successive di magnitudo 5.1 e 5.4, registrate un’ora dopo quella di Accumoli, hanno colpito invece la zona al confine umbro-marchigiano. Quasi tutti gli edifici di Arquata del Tronto e della frazione di Pescara del Tronto sono collassati, riducendo le due località a un cumulo di detriti. Nella piccola frazione, dove i morti sono più di dieci secondo l’ultimo bilancio, due bambini sono stati estratti vivi dalle macerie. A salvarli è stata la nonna.

Nel Perugino danni gravi agli edifici ma nessuna vittima e feriti

Due scosse nella notte di magnitudo 5.1 e 5.4 e poi un’altra di assestamento alle 13:50 di oggi hanno fatto tremare anche il Sud della provincia di Perugia. L’epicentro, in tutti e tre i casi, è stato localizzato a cinque chilometri da Norcia, il centro più colpito.

Diverse le case lesionate ma il terremoto ha provocato danni anche al Seminario vescovile e alle Chiese di Santa Illuminata e di San Benedetto. Crolli sono avvenuti anche nelle frazioni di Castelluccio, San Pellegrino e nella vicina Frascara. Danni gravi anche a Preci, dove risulta completamente inagibile una parte del palazzo comunale, ed è rimasto gravemente lesionato il campanile che sovrasta il Museo della Scuola Chirurgica.

Nel territorio comunale ci sono stati diversi crolli, numerose case sono inagibili.

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