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Il matrimonio d’estate, quattro righe sotto l’ombrellone

il matrimonio d'estate è magico
nel periodo più bello dell’anno il matrimonio diventa indimenticabile

Parliamo di matrimonio e di stagioni. Quest’ultime sono lo specchio di passaggi meteorologici che determinano temperature anguste o caldo eccessivo, piogge dirompenti o neve che fiocca a dismisura. Ma ormai tutto si riduce tra caldo e freddo in barba all’autunno e primavera. Chi, non aspetta quella temperatura dolce dove potersi sbizzarrire mangiando verdure della buona terra e spogliarsi pochi mesi l’anno da quel peso sopra la pelle di pullover e pastrani.

Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla (Ennio Flaiano).

Levarsi da quel fardello che in dieci mesi, o quasi, ci fa sperare e sognare giorni caldi, sole e ancora sole. La stagione estiva, insieme con quella primaverile inoltrata è quella più gettonata per mettere a punto un matrimonio, nonostante la calura esercita i suoi effetti collaterali. Accanto ai vacanzieri, secondo le statistiche, gli sposi scelgono proprio il periodo caldo. Solo il 5% si sposa d’inverno, il resto ha forti motivazioni per scegliere il sole, il mare, la montagna o la tendenza al mondo agreste tra palazzotti di campagna o agriturismo. Ma ci sarà anche un nesso tra questi due elementi estate-sposi? Al Sud confermano proprio di si.

La causa o il motivo ? parenti e amici approfittano delle ferie per poter presenziare la festa di conoscenti o familiari. Sono proprio gli emigranti che desiderano di partecipare all’evento, ritorno alle origini, rivivere la celebrazione del matrimonio come costume culturale non solo cristiano ma di tradizione popolare. Del resto, nella maniera in cui si vive ancora in alcune parti dell’Italia peninsulare, molto sentita nel rito nuziale, si scambiano “doveri”; in altre parole, si ricambiano con debiti morali ed economici o regali utili -magari dopo aver consultato la futura sposina, per i più intimi-. Ne beneficiano poi i figli e così via… Una vera e propria festa che diventa una rimpatriata per tanti, tra parenti e amici di vecchia data.

Ecco perché se si sceglie luglio o agosto è necessario pensarci almeno un anno prima e prenotare i servizi in tempo dovuto, è meglio non rischiare di far saltare il giorno stabilito con tanto spirito concentrando forze e idee. Poi, attorno al resto, non ci sono limiti alla fantasia per gli ospiti e per la novella sposa che ha in mente lo schizzo del fatidico giorno in un’estate che è autorizzata a far sognare tanti. Il tempo provvidenziale e la natura generosa del periodo offrono tanto. Colori regalati dalle fresie, gardenie, ortensie, orchidee, mughetti, bocche di leone, e tanti altri stagionali, generano molta allegria che entra nella decorazione floreale fantastica.

E’ di moda, tendenza bizzarra quanto eccentrica, vicino a fiori incorporare frutta di stagione dai colori pastello o “nature”, da abbinare alle sfumature prescelte tono su tono: pesche, uva, fragole, nespole, prugne, che delizia oltre che bellezza. Sostenuta dalle signore agghindate pandan (o pendant), dalla toilette alle scarpe e borsetta, impreziosita da semplici bijou che d’estate illuminano la personalità, danno vigore e all’allegria. Naturalmente tutto dipende dall’organizzazione o aspirazione e dal taglio che vuole dare la sposina al giorno più bello della sua vita. E che dire di un tramonto in piena estate, un crepuscolo che unisce, invoca la protezione celeste, senza doppiaggi o montature virtuali, sotto quelle luci leggere ma autorevoli che irradiano i volti di un uomo e una donna.

Lì sotto, soli lui e lei su una roccia di confine, mano nella mano, occhi che rispecchiano tanta tenerezza, sostenitore un sole che salda un’unione, lega con la sua benedizione, una promessa fatta di un autorevole”SI”. Del resto, le credenze ci riportano a confidare: giugno, mese dedicato a Giunone dea protettrice dell’amore e delle nozze porterebbero agli sposi la fortuna di viaggiare molto. Luglio e agosto assicurerebbe una vita di cambiamenti. Ma i superstiziosi legano date come 7/7/7 o simili ora, giorno, mese… Chi non sogna un’atmosfera romantica così, per poi salire su una carrozza tirata da quattro cavalli bianchi e un cocchiere che ci ricorda un vetturino d’altra epoca con la sua bombetta e la sua divisa da postiglione. E poter assaporare, grazie a quel tepore estivo, la gioia di vedere la gente per strada gioire per quel grande giorno: “Tanti auguri”, oppure “ Che Dio vi benedica”.

Sentirsi manifestare queste dichiarazioni augurali è gratificante, appaga direttamente gli interessati, sembra quasi esaudire una invocazione di bene e riconoscenza. Seguire il vento che trasporta il velo come un vessillo per la strada ombreggiando i passanti e ascoltare gli zoccoli imponenti dei destrieri che con disinvoltura a passo lento percorrono la via maestra. Vivere un sogno da poter favoleggiare non solo con i posteri. Rivivere un’esperienza che solo nelle favole che ognuno plasma diventano leggende !

Del resto dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno ogni tramonto esprime dappertutto meravigliose sensazioni, dove il cuore fa rima con amore e passione si lega con attrazione.

La favola di Giulia

A proposito di favole, quella di Giulia potrebbe diventare veramente un mito da dipingere e conservare come modello al quale ispirarsi soprattutto per aver dato al suo matrimonio quello stravagante non so che, che si riesce a cogliere solo nel cinema del romanticismo fantasy. In parte, accade dietro un’esperienza negativa di un’amica. Un matrimonio pensato nei particolari ma reso irto d’ostacoli nei vari passaggi esecutivi. Giulia ha tenuto serbato dentro di sé quell’idea irreprensibile, custodita fin dalla sua tenera età, insomma era, ed è rimasta tale, una tenerona, coltivando un’aspirazione incancellabile nella mente, quasi nostalgica, verso la quale ne rincorreva la realizzazione. Legata com’era alle sensazionali esplosioni che regala la natura e quell’universo magico che vuoi sia con te nei momenti più belli, perché danno una carica speciale e il paesaggio del resto aiuta a favorire le cose, se si ama la semplicità. Da piccola aveva un mito, concepito dall’autrice del più famoso film dell’ottocento ispirato al romanzo di Margaret Mitchell, con Clarke Gable e l’attrice meglio ricordarla come Rossella O’Hara, Via col vento, che non ha ricevuto solo Oscar, ma ha ottenuto un forte interesse da parte di un numeroso pubblico per gli impetuosi e travolgenti sentimenti che ha saputo trasmettere.

Ebbene, Giulia si è ispirata a quei tempi, solo alla scenografia dei costumi e uno sfondo che aveva sempre immaginato suo: il tramonto d’agosto. Proponendo anticipatamente a tutti gli invitati a nozze, un abbigliamento classico, combinato con ombrellini in pizzo biancastro messi a disposizione da lei. Subito dopo il rito in chiesa, organizzato nel pomeriggio, tutti al cerimoniale di fronte alla luce del calar del sole. Il tragitto, garantito per gli sposi da una Chevrolet avana con la cappotta nera “Belle Epoque”. Per Giulia era un modo per perpetuare luoghi e atmosfere dove si ricordano quelle scene che hanno dell’immortale. E il suo amore, il suo lui, accoglieva i suoi desideri. Ormai gli sposini, scortati da due giganteschi ulivi secolari erano sulla parte più alta della collina, più vicini alle lunghe braccia emozionate da un tramonto, timido, ma felice di poter essere il testimone di un amore eterno. Un venticello carezzevole le toccava lievemente il viso, sfiorando quel velo candido di pizzo avana che svolazzava senza fretta su quella roccia cingendosi a lui, vestito con la sua divisa d’ufficiale della marina, per avvolgerlo di letizia.

Intorno si tinge tutto d’arancio, gli uccelli aleggiano una strana danza tratteggiando una cornice radiosa, bisbigliando l’inno alla passione, condivisa anche dai cuori più severi. Era un sogno, probabilmente un miracolo. Non le pareva vero. Fu un’emozione per tutti gli ospiti che assisterono ad un evento davvero straordinario, originale e riconosciuto come un pensiero in cui la poesia canta all’amore e il tutto si avvicina alla straordinaria presenza della passione dei più puri sentimenti, la potenza generatrice poi fa tutto il resto come d’incanto. Ma grazie a tutto ciò, anche gli invitati ammaliati dalla circostanza, si erano dimenticati di essere attesi al ristorante per dare inizio al banchetto delle nozze -che si protraeva fino a notte fonda-. Nonostante tutto, sono arrivati al locale dove si è parlato solo dell’evento straordinario, ma se ne parlò per parecchio tempo di Giulia che voleva rivivere il suo film al tramonto, forse perché:”domani è un altro giorno” con il quale si può rivivere di un ricordo profondo.

Perché sposarsi d’estate

Fa caldo? Spogliati ! slogan a parte, spogliatevi da quei pregiudizi: l’afa non riduce dinamismo, l’impegno del fare, perché l’estate è il periodo più bello per inghirlandare il proprio matrimonio ed è tutto più facile. Finalmente privarsi di tutte quelle cose che rallentano i movimenti, fanno sembrare rigonfio e mettono in crisi: calze si o calze no ! canottiera in pizzo che spunta ad incuriosire anche il proprio partnter o twin-set intimo, si vede e non si vede, sotto un sfarzoso vestitino fresco che può creare non solo apprezzamenti femminili. Non da ultimo fare respirare quella pelle tanto castigata nei giorni grigi. Basta pensare positivo e, naturalmente, prevenire le abbondanti traspirazioni con i giusti accorgimenti.

E aria condizionata per il locale in cui si svolgerà la consumazione dei sontuosi piatti, che proprio in questo periodo lo chef può elaborare con grand’originalità convincendo della bontà e servendosi dei prodotti freschi del periodo. Un menù ricco di varianti e di gustosità che solo nella bella stagione danno il massimo del piacere. E sono veramente tanti. La creatività in questo periodo sfiora non solo l’immaginario. Ci si può sbizzarrire in tanti modi per servire il menù: all’aperto, sotto gli ombrelloni illuminati da lumini che creano un’atmosfera gradevole, sotto le stelle con falò che ravvivano la festa e infuoca i cuori dei presenti per la magia che sprizza. Ma in fondo la libertà nel non avere limiti nell’organizzazione è veramente enorme nelle giornate più vissute dell’anno e dove ognuno può realizzare il sogno della sua vita. Piccoli capricci nel periodo più solare dell’anno si possono appagare grazie all’intervallo che consente di goderselo tutto, fino in fondo. Come vestirsi bene ma vestirsi con poco, dagli accessori all’abito, stravaganza e particolari da mettere in evidenza senza indugi e capelli al vento finto bagnato.

Sfumature che rappresentano personalità che hanno voglia di cedersi un momento di libertà, in sintonia con l’evento. E chi non vorrebbe essere svincolato da alcune regole che nei manuali del bon ton irrigidiscono anche la più sensibile signora o signore? Invece d’estate si può tutto e di più, è importante ovviamente non andare fuori dai canoni delle trasgressioni nella ricorrenza, in cui spesso si è citati in riprese filmiche o immortalati in fotoricordi che resteranno nel manuale della sposa per ricalcare quelle ore, quei momenti idilliaci da poterne parlare e serbarne memoria. “Estate sei mia!!”

Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla (Ennio Flaiano).

 

Ada Cosco

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