Decreti attuativi Buona Scuola cambiano gli istituti professionali


Le novità dopo il via libera del Consiglio dei ministri. La terza scheda

La riforma degli istituti professionali avverrà dal 2018

ROMA – La scuola italiana cambia volto con il primo via libera del Consiglio dei ministri ai decreti attuativi della legge “Buona Scuola”.

Dalla revisione degli istituti professionali alla diffusione della cultura umanistica, sono tante le novità.

Per la revisione del Testo unico sulla scuola, invece, sarà varato un disegno di legge delega specifico e successivo. I provvedimenti ora saranno al vaglio delle Commissioni parlamentari competenti e della Conferenza Unificata per l’apposito parere.

La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli ha parlato di «un primo passo. I testi finali saranno frutto della massima condivisione possibile».

«I decreti attuativi delle deleghe rappresentano la parte più innovativa e qualificante della legge 107. Rivelano e concretizzano la vera portata di riforma della Buona Scuola. Mettono le studentesse e gli studenti al centro di un progetto che punta a fornire loro un’istruzione e una formazione adeguate a standard e obiettivi internazionali» ha aggiunto.

Di seguito ecco di cosa si occupano gli otto decreti attuativi della Buona Scuola.

I decreti riguardano:

-il sistema di formazione iniziale e di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado.

-la promozione dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità.

-la revisione dei percorsi dell’istruzione professionale.

-l’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni;

-il diritto allo studio.

-la promozione e la diffusione della cultura umanistica.

-il riordino della normativa in materia di scuole italiane all’estero.

-l’adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e degli Esami di Stato.

Decreti attuativi: la revisione degli istituti professionali

Il decreto che si occupa degli istituti professionali ha l’obiettivo di dare una chiara identità a queste scuole e innovare l’offerta formativa, superando l’attuale sovrapposizione con l’istruzione tecnica. Altra finalità è quella di rispondere anche alle esigenze delle filiere produttive del territorio.

Il provvedimento, in particolare, mette ordine in un ambito frammentato tra competenze statali e regionali. Punta inoltre a ridare dignità a questi percorsi formativi.

I percorsi formativi durano 5 anni: biennio più triennio.

Gli indirizzi passano da 6 a 11: Servizi per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la silvicoltura; pesca commerciale e produzioni ittiche; artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.

Ogni scuola potrà declinare questi indirizzi in base alle richieste del territorio, coerentemente con le priorità indicate dalle Regioni.

Il decreto rafforza anche le attività di laboratorio negli istituti professionali. Nel biennio più del 40% delle ore sarà destinato a insegnamenti di indirizzo e attività di laboratorio. Previsto uno spazio del 10% per apprendimenti personalizzati e per l’alternanza Scuola-Lavoro (dal secondo anno del biennio). Il resto delle ore sarà dedicato a insegnamenti generali.

Nel triennio, invece, lo spazio per gli insegnamenti di indirizzo sarà superiore (55% per anno). Questo per dare la possibilità ai giovani di specializzarsi e approfondire quanto appreso nel biennio, nell’ottica di un ingresso facilitato nel mondo del lavoro.

Conseguita la qualifica triennale, lo studente potrà scegliere di proseguire gli studi passando al quarto anno dei percorsi di Istruzione Professionale o dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale e conseguire così un diploma professionale tecnico.

Le istituzioni scolastiche (statali o paritarie) che offrono percorsi di istruzione professionale e le istituzioni formative accreditate per fornire percorsi di Istruzione e Formazione professionale (di competenza regionale) entrano a far parte di un’unica rete, la Rete nazionale delle Scuole Professionali.

Il sistema sarà in vigore a partire dall’anno scolastico 2018/2019.

Le prime due schede sulle novità per la formazione iniziale e l’accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado e sull’inclusione scolastica sono disponibili nella sezione “Scuola”.