Il vescovo Don Mimì invita i Commissari al discernimento


Il vescovo Don Mimì invita i Commissari al discernimento. Sembra una storia infinita quella del Marrelli Hospital

Il vescovo Don Mimì pone l’attenzione su un argomento. Una battaglia quella dell’imprenditore Marrelli e di sua moglie l’ex Presidente della Regione Calabria Antonella Stasi, che dura da oltre un anno tra autorizzazioni e svincoli burocratici ai quali sembrano ancora voler stringere il cappio ad una struttura, forse, unica in Calabria, in cui viste le condizioni ad alto rischio di neoplasie che sopporta la città di Crotone, potrebbe essere un balsamo alle gravose patologie. Una clinica privata ad indirizzo polispecialistico medico-chirurgico, centro di eccellenza in chirurgia oncologica, generale ed ortopedica.

L’ Arcivescovo invita i Commissari ad un atto di coscienza

Dopo le decisioni del Commissario Scura per il rientro del piano sanitario assegnando alla clinica crotonese, un budget irrisorio per garantire un equo servizio assistenziale, la chiesa scende in campo a difesa dei più sfortunati.

E lo fa con una lettera che parte da S.E. il Vescovo di Crotone Domenico Graziani, meglio conosciuto come il vescovo Don Mimì, in merito alle ultime vicende del “Marrelli Hospital” che vanno ad impattare sulla sopravvivenza di una lodevole iniziativa imprenditoriale la quale va incontro alle esigenze sanitarie del territorio crotonese. Egli esprime “l’auspicio che la Sanità Regionale dia risposte più efficaci nell’interesse dei cittadini. Una risposta che non garantisca la sostenibilità economica dell’azienda ospedaliera privata è chiaramente frutto di scelte che pregiudicano gli interessi generali, e non è questo il compito dei pubblici amministratori o di chi è incaricato di supplire la volontà politica.”

E ancora “l’insufficienza dei fondi, se effettiva, dovrebbe comportare un sacrificio per tutte le strutture e non solo per il” Marrelli Hospital.” Le convenzioni del Servizio Sanitario ed il loro finanziamento non possono prescindere da una analisi delle esigenze delle realtà territoriali e le poche risorse su queste devono essere calibrate. Tutte le altre risposte non hanno carattere politico ma sono e si prestano ad interpretazioni fuorvianti, e finiscono per colpire, speriamo involontariamente, la sanità privata chiamata ad integrare il settore pubblico in crisi di sostenibilità economica”.

“Per evitare questa interpretazione, la Sanità Regionale deve analizzare i dati quantitativi e dare di conseguenza risposte in coerenza con gli stessi. Accreditare una struttura sanitaria e non garantirle la sopravvivenza economica rappresenta il fallimento della politica sanitaria della Regione Calabria e determina il ben noto esodo dei malati calabresi verso strutture extraterritoriali, ingenerando il sospetto che alla fine il discorso si risolva in un vantaggio aziendale per queste strutture ed in una insostenibile penalizzazione per la Calabria intera”.

E per finire S.E. Graziani auspica che “Ad evitare tutto questo si invitano caldamente i preposti a garantire soluzioni trasparenti ed ottimali su tutti gli aspetti che vanno dal lavoro e dalla attività imprenditoriale alla salute dei cittadini tutti”.