Pacemaker difettosi, Codacons verso azione legale


Maxi richiamo dell’azienda americana St. Jude Medical: in Italia potrebbero esserci 16mila dispositivi malfunzionanti

Un pacemaker della St. Jude Medical
Un pacemaker della St. Jude Medical

ROMA – È allarme anche in Italia per alcuni pacemaker difettosi prodotti dall’azienda americana St. Jude Medical.

Come sottolinea il Codacons in questi giorni sarebbero almeno 16mila gli italiani cardiopatici richiamati dagli ospedali di tutte le regioni.

La decisione delle autorità sanitarie è arrivata dopo l’avviso diramato dalla St. Jude Medical. L’azienda statunitense ha segnalato infatti il possibile malfunzionamento di alcuni modelli dei pacemaker. Nello specifico la St. Jude Medical ha rilevato problemi alla batteria che si scarica lasciando il paziente con un pacemaker disattivo.

Il richiamo interesserebbe circa 400mila pacemaker a livello planetario. Negli Stati Uniti finora ci sono state due morti che sarebbero legate al malfunzionamento dei dispositivi.

L’azienda americana ha dunque allertato le strutture ospedaliere italiane e il ministero della Sanità ha inviato una comunicazione ai cardiologi per avviare verifiche sui pazienti.

Una morte sospetta sarebbe stata registrata anche in Italia. Si tratta di un’anziana, portatrice di defibrillatore, deceduta all’Isola d’Elba.

«In attesa che la Procura di Livorno accerti le cause del decesso invitiamo tutti i pazienti italiani che hanno subito l’impianto di pacemaker prodotti dalla St. Jude Medical e coinvolti nel richiamo ad inviare una mail all’indirizzo info@codacons.it. Ciò al fine di ottenere informazioni circa le azioni legali da intraprendere» sottolinea il Codacons.

L’associazione sta infatti studiando la fattibilità di una azione risarcitoria a tutela degli italiani che hanno subito l’impianto dei modelli interessati dal malfunzionamento. L’obiettivo è far ottenere loro il risarcimento dei danni per i rischi corsi e per la paura e lo stress subiti a seguito del richiamo.