Taglio alle slot: incertezza dopo il referendum


Il riordino del settore giochi potrebbe essere “congelato”

Il Governo ha proposto una secca riduzione del numero di slot in bar e tabaccherie: difficile dire cosa succederà dopo la vittoria del No al referendum
Il Governo ha proposto una secca riduzione del numero di slot in bar e tabaccherie: difficile dire cosa succederà dopo la vittoria del No al referendum

ROMA – «Si vedrà dopo il referendum». La formula, ripetuta come un mantra, ha accompagnato nelle ultime settimane le previsioni sul futuro del settore giochi, tema di una delicata trattativa tra Governo ed Enti locali in Conferenza Unificata.

Ora che il referendum ha spazzato via la riforma e messo in crisi l’esecutivo di Renzi, l’incertezza sull’evoluzione a breve termine non può che crescere.

A rischio c’è l’intera architettura governativa di riordino del comparto, riassunta nella proposta che Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, ha presentato agli enti locali una ventina di giorni fa.

Punti focali, come ricorda Agipronews, sono la riduzione del 33% delle slot sul territorio nazionale entro un anno e il drastico calo dei punti vendita abilitati all’installazione delle macchine, a spese soprattutto di bar e tabacchi.

Una proposta che da una parte aveva parzialmente ammorbidito l’intransigenza degli enti locali, tesi a proteggere le limitazioni al gioco stabilite dai loro regolamenti. Dall’altra, era stata digerita, seppure a fatica, anche all’interno del settore.

Tanto che nei giorni scorsi, lo stesso Baretta aveva annunciato l’inserimento della riduzione slot come emendamento governativo nella Legge di Bilancio.

E ora? Tutto dipende da come si evolverà la crisi di Governo. Un prolungamento dell’esecutivo Renzi per l’ordinaria amministrazione potrebbe consentire a Baretta di mandare in porto il progetto in extremis.

Stesso dicasi per un esecutivo a guida “renziana”, con l’ipotesi Padoan avanzata nelle ultime ore.

Tutti gli scenari che prefigurano una rottura netta con il Governo Renzi potrebbero invece condurre la proposta di Baretta su un binario morto.

Al riguardo, fra gli operatori del settore convivono umori differenti. Per un verso, lo “spiaggiamento” del progetto governativo rimanderebbe sine die la temuta “fase due”.

Vale a dire la programmata, parziale o totale eliminazione delle slot da bar e tabacchi, di cui si parla esplicitamente nel testo di Baretta.

Per altri versi, però, l’attuale situazione di “vacatio legis” darebbe sempre di più mano libera a comuni e regioni, i cui regolamenti limitano fortemente il gioco sia dal punto di vista della collocazione (i “distanziometri”) che degli orari di apertura, e aumentare la confusione sul territorio.

Più chiara la situazione relativa la legge di Bilancio, che contiene due provvedimenti riguardanti i giochi: il nuovo bando per il Superenalotto e la lotteria dello scontrino.

Il testo, come spiega Agipronews, ha già passato il vaglio della Camera e al Senato la maggioranza per l’approvazione definitiva non dovrebbe mancare.

Ma bisognerà fare tutto molto in fretta, vista la situazione precaria dell’esecutivo, e sarà difficile condurre eventuali emendamenti a buon fine. Tradotto: l’inserimento della riduzione delle slot nella legge di Bilancio potrebbe trovare la porta sbarrata.