Popolazioni locali e rifugiati s’incontrano su Facebook Live


Amnesty International dà il benvenuto ai flussi migratori in un esperimento in diretta da quattro città

ROMA – Di fronte alla retorica della divisione e all’ostilità anti-rifugiati, popolazioni locali e rifugiati di quattro diversi continenti si riuniscono per un esperimento sociale unico: affermare la nostra comune umanità, in diretta streaming sulla pagina Facebook mondiale di Amnesty International.

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Sulla base di una teoria sociale secondo la quale quattro minuti di contatto oculare sono in grado di creare uno stretto legame tra due sconosciuti, rifugiati provenienti da paesi quali Etiopia, Honduras e Myanmar guarderanno negli occhi persone provenienti da Australia, Kenya, Regno Unito e Messico nel contesto di un esperimento sociale trasmesso in diretta da quattro città – Sydney, Nairobi, Londra e Città del Messico – alle 19.00 ora locale in ogni fuso orario.

“La crisi dei rifugiati è un problema globale, ma molte persone si sentono distanti dalle difficoltà affrontate dalle persone provenienti da altri luoghi. Eppure, se guardiamo un po’ più da vicino, potremo scoprire che le differenze tra noi non sono così grandi, dopo tutto. Vogliamo mostrare quanto sia facile per le persone provenienti da luoghi diversi entrare in contatto”, ha dichiarato Osama Saeed Bhutta, direttore della Comunicazione di Amnesty International. “Viviamo in un’epoca in cui la xenofobia e i crimini d’odio sono in aumento, ma queste opinioni velenose non sono sentite a livello universale. Quando le persone si trovano faccia a faccia con i rifugiati, vediamo spesso che sono pronte a fare di tutto per aiutare altri esseri umani. Questo è il senso di questo esperimento dal vivo: consentire di vedere le cose da un’altra prospettiva ed entrare in contatto con persone che hanno bisogno di solidarietà”.

L’esperimento in diretta segue il successo di Amnesty International Polonia e DDB&Tribal per guardare oltre i confini di Varsavia con il video Look Beyond Borders, in cui rifugiati provenienti dalla Siria e dalla Somalia sono seduti per quattro minuti di contatto oculare ininterrotto davanti a persone provenienti da Polonia, Italia, Germania e Belgio, all’interno di un magazzino a Berlino.

Il concetto del video, visto più di 200 milioni di volte dal suo lancio nel mese di maggio, è teorizzato da uno studio del 1997 dello psicologo americano Arthur Aron, che ha scoperto come quattro minuti di contatto oculare continuato siano in grado di generare sensazioni di intimità tra due persone.

Questa volta l’esperimento, realizzato da DDB&Tribal di Varsavia e Papaya Films in collaborazione con Film Graphics, Quite Bright Films e Tantor Films, è ambientato dal vivo e i rappresentanti delle popolazioni locali non sanno che stanno per incontrare i rifugiati, il che permetterà al pubblico di vedere online le loro reazioni emotive. La diretta streaming consentirà di inviare domande in tempo reale e commenti su Facebook alle celebrità che presenteranno gli eventi.

Amnesty International ha chiesto a rifugiati provenienti da diversi paesi di incontrarsi con la popolazione locale di quattro paesi:

  • in Australia, alle 19.00 ora locale, l’evento è presentato da Natalie Tran, i cui genitori e la sorella sono arrivati in Australia via mare dal Vietnam, e include rifugiati dall’Iran e dall’Afghanistan. Amnesty International chiede al governo australiano di porre fine alle violazioni dei diritti umani inflitte deliberatamente a centinaia di persone in cerca di asilo, detenute nelle isole vicine di Manus e Nauru;
  • in Kenya, alle 19.00 ora locale, condotto dal comico Daniel Ndambuki con rifugiati provenienti da Burundi, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia. Amnesty International chiede al governo del Kenya di abbandonare l’intenzione di chiudere il campo profughi di Dadaab, il più grande del mondo. Il Kenya ha già costretto decine di migliaia di rifugiati a ritornare in Somalia, nonostante il conflitto in corso nel paese;
  • in Messico, alle 19.00 ora locale, l’attore Tenoch Huerta presenta l’incontro tra messicani e rifugiati provenienti da Honduras, Siria e Venezuela. Mentre centinaia di migliaia di persone fuggono dalla violenza nei paesi dell’America Centrale, il numero di guatemaltechi, honduregni e salvadoregni espulsi dal Messico è aumentato di quasi il 180% tra il 2010 e il 2015.
  • nel Regno Unito alle 19.00 ora locale, l’incontro è condotto da Harriet Rose. Il Regno Unito ha accolto meno di 8000 siriani dal 2011. Al contrario, la Giordania – con una popolazione quasi 10 volte inferiore rispetto al Regno Unito e solo l’1,2% del suo Pil – ospita oltre 655.000 rifugiati siriani.

“C’è un solo modo per risolvere la crisi dei rifugiati: un numero maggiore di governi deve dire ‘accolgo i rifugiati’. Sappiamo che c’è una maggioranza silenziosa che aiuterebbe i rifugiati qualora le fosse data questa possibilità: l’85% delle persone intervistate nei quattro paesi partecipanti al nostro sondaggio Refugees Welcome Index all’inizio di quest’anno ha detto che permetterebbe ai rifugiati di vivere nel proprio paese” ha aggiunto Osama Saeed Bhutta. “Questo incontro di persone provenienti da tutto il mondo, faccia a faccia, mostrerà che siamo in grado di superare la nostra paura dell’ignoto per accogliere gli altri nelle nostre comunità”.

La campagna I Welcome di Amnesty International chiede ai governi di condividere la responsabilità di accogliere il 10% dei rifugiati dal mondo ogni anno. É possibile seguire l’esperimento in diretta qui: www.facebook.com/AmnestyGlobal