Russi “pazzi” per la pasta: la mangia il 94%


Mercato in forte crescita: Mosca ospiterà il World Pasta Day 2016

Quello russo resta un mercato strategico per la pasta italiana, la più importata nel 2015
Quello russo resta un mercato strategico per la pasta italiana, la più importata nel 2015

ROMA – In Russia è boom della pasta e non è un caso se Mosca ospiterà il World Pasta Day 2016, a rappresentare un mercato in crescita e ricordare l’importanza di questo Paese nella storia di questo cibo.

Perché il mito è nato nell’Ottocento anche grazie al pregiato grano russo, che i pastai italiani di Napoli, Gragnano, Torre Annunziata e Imperia si facevano spedire via nave dal Mar Nero.

La diffusione di questo alimento in Russia è sorprendente. IPO, l’International Pasta Organisation, rivela che nel 2015 ne sono state mangiate 1.106.000 tonnellate, per un consumo pro capite di 7,8 kg annui.

Secondo uno studio di Romir Monitoring, ormai la consuma il 94% della popolazione, con una forte preferenza (79%) per quella di grano duro.

Ma c’è ancora molto da fare per un prodotto che risente ancora di una forte stagionalità (i consumi si concentrano soprattutto in estate) e che ancora oggi può capitare di trovarsi proposto come contorno.

Inoltre, nonostante il boom del consumo di pasta in Russia, le importazioni dall’Italia frenano. Quello russo resta un mercato strategico per la pasta italiana, la più importata nel 2015 con 29mila tonnellate e un controvalore di 28,6 milioni di Euro.

Ma embargo e crisi del Rublo hanno frenato la crescita a doppia cifra degli ultimi 6 anni. Rispetto al 2014 abbiamo esportato il 52% in meno, tornando su volumi e valori di cinque anni fa . E anche i primi 6 mesi del 2016 confermano la caduta (-31%).

Per Riccardo Felicetti, Presidente IPO, «i consumatori russi di Mosca e San Pietroburgo sono i più “evoluti”. Per loro la pasta di grano duro rappresenta un prodotto di eccellenza a un prezzo accessibile. Merito della fama della dieta mediterranea e del fascino della cucina italiana».

«Una situazione molto diversa da quella degli anni Ottanta, quando sono iniziate le prime grandi esportazioni di pasta verso il mercato russo. All’epoca era considerata soltanto un alimento economico e nutriente. Ora il costo è rimasto più o meno lo stesso, ma la percezione del prodotto è cambiata. E in meglio. La prossima sfida sarà farla incontrare con la tradizione gastronomica locale» aggiunge.

Una prima occasione per fare cultura di prodotto arriverà il 25 ottobre, quando IPO e AIDEPI, in partnership con l’Italian Trade Agency di Mosca, riuniranno all’ombra del Cremlino oltre 200 tra pastai di tutto il mondo, rappresentanti della filiera, opinion leader scientifici, economici, media e blogger, per celebrare la pasta e i suoi pregi nutrizionali.

Con l’incontro ai fornelli tra il top chef russo Vladimir Mukhin e il nostro Davide Scabin (che ha rilanciato la cottura ecologica della pasta in pentola a pressione), che racconteranno le potenzialità e le declinazioni della pasta nella cucina russa. E lo chef italiano a Mosca Valentino Bontempi preparerà per tutti una versione rivisitata delle pennette alla vodka, tornate prepotentemente alla ribalta nel mondo.